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Attualità martedì 14 aprile 2020 ore 13:47

Pressing delle imprese del marmo per la riapertura

Confindustria Massa Carrara ha inviato una lettera al presidente Rossi: "Possiamo riaprire in sicurezza ma se non riapriamo perderemo posti di lavoro"



CARRARA — Le imprese del marmo, attraverso una lettera inviata al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, chiedono di poter riaprire il prima possibile perché sennò sarà difficile riprendersi dal duro colpo inferto dalla chiusura delle aziende nell'emergenza Covid-19.

A dirlo il presidente di Confindustria Massa Carrara Erich Lucchetti. Secondo Lucchetti le imprese possono riaprire in tutta sicurezza, e se non riapriranno a breve almeno la metà di esse avrà dimezzato l’occupazione e in particolare le imprese lapidee vedranno ridursi di quasi la metà sia il fatturato che i posti di lavoro.

Questa la lettera inviata da Confindustria Massa Carrara al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi:

"Gentile Presidente,

come lei stesso ha fatto presente nel recente incontro con i rappresentanti delle aziende toscane il nostro tessuto economico sta correndo un serio rischio di desertificazione a seguito delle conseguenze economiche prodotte dall’emergenza Covid-19.

L’ Istituto regionale per la programmazione economica della Toscana ha calcolato che stiamo perdendo come economia toscana una cifra enorme ogni settimana: dagli 800 milioni a 1 miliardo. E’ evidente che se questa emorragia non si blocca il Prodotto Interno Lordo della nostra regione subirà un crollo che difficilmente potrà essere recuperato. Soprattutto perché sarà complicato poter compensare la presumibile contrazione della domanda interna con una speculare espansione della domanda estera. Non solo perché anche altre economia sono in fase regressiva visto che questa emergenza sanitaria non conosce confini, ma soprattutto perché è proprio il nostro export che sta subendo i colpi più duri.

Infatti mentre le nostre aziende più votate all’esportazioni sono ferme, le aziende esportatrici di altri Paesi non hanno conosciuto alcuna pausa. Il vuoto che il nostro export sta lasciando è così riempito giorno dopo giorno dai nostri concorrenti stranieri. Il settore dell’escavazione e della lavorazione del marmo e il suo indotto lavorano soprattutto con l’estero. E in questo momento non solo non riusciamo ovviamente a conquistare nuovi clienti e nuovi mercati, ma stiamo perdendo anche quelli che avevamo. Sono ormai giorni che le nostre aziende stanno ricevendo dai clienti esteri messaggi preoccupanti. Tutti ci stanno avvertendo che continuando la nostra assenza saranno costretti a rivolgersi ad altre aziende di altre nazioni.

Questo significa che più tardi ripartiremo più la distanza con queste aziende estere sarà ampia e incolmabile con ovvie ripercussioni sia sui livelli produttivi che occupazionali. Questo è soprattutto vero per il settore lapideo in generale e del marmo in particolare. Ed è vero soprattutto per una realtà come Massa Carrara che, come lei sa, ha difficoltà sia di crescita che di occupazione molto più elevate rispetto al resto della Toscana.

Per il marmo, per Massa Carrara questo blocco forzato della produzione ha un prezzo molto più alto che altrove. L’Istituto di ricerca della Camera di Commercio di Massa Carrara ha ipotizzato che nei prossimi mesi, se non interverranno cambiamenti, la metà delle imprese della nostra provincia avrà dimezzato l’occupazione e in particolare le imprese lapidee vedranno ridursi di quasi la metà sia il fatturato che i posti di lavoro. E’ un rischio che va scongiurato e che si può scongiurare.

Per questo chiediamo una mano a ripartire. Le imprese del marmo infatti sono in grado di attuare un modello di attività per il settore dell'estrazione e trasformazione dei materiali lapidei che consenta la ripresa delle lavorazioni seguendo tutte le procedure che tutelino dal rischio di contagio. Fermo restando il principio che al primo posto viene sempre la sicurezza e la salute di chi lavora e dei cittadini, e quindi nel pieno rispetto delle regole dettate da Governo e Regione su indicazioni degli scienziati e nella totale e puntuale applicazione dei protocolli di sicurezza concordati fra aziende e sindacati, noi le chiediamo di valutare per le nostre imprese la possibilità di una riapertura anche non totale a partire dai giorni immediatamente seguenti le festività pasquali".


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