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Attualità lunedì 03 aprile 2017 ore 14:44

Distruzione del raccolto dopo il caso di favismo

Stop alla coltivazione in un raggio di 500 metri dalla casa e dalla scuola di un bambino affetto dalla patologia. Le imprese vogliono un indennizzo



MASSA — Stop alla coltivazione della Vicia Faba nella piana di Massa a causa della presenza di un bambino affetto da favismo. 

Il favismo è una patologia iceberg dovuta alla mancanza dell’enzima glucosio-6-fosfato-deidrogenasi, la cui carenza può provocare gravi crisi emolitiche non solo per l’assunzione via orale delle fave, ma anche per l’inalazione del polline delle stesse. 

Il Comune di Massa, con una ordinanza, ha di fatto vietato la coltivazione in un raggio di 500 metri dall’abitazione del bambino e dalla scuola che frequenta. Un muro entro il quale, secondo l’amministrazione comunale, non si potranno coltivare le fave. Almeno per quest’anno. Niente fave e pecorino dunque. L’ordinanza ha lasciato di stucco Coldiretti informata tardivamente, e a coltivazione già avanzata, del divieto. Per le imprese è un colpo da ko. “Sulla salute non si scherza. Nemmeno in questo caso che crea enorme disagio e preoccupazione alle imprese. La presenza di un bambino afflitto da questa patologia, in quell’area, rappresenta però un grande ostacolo alla produzione delle fave e all’attività delle imprese agricole che subiranno un danno economico molto importante in questa stagione. – spiega Vincenzo Tongiani, Presidente Coldiretti Massa Carrara – La coltivazione di fave, in questo periodo dell’anno, è una delle produzioni più importanti e diffuse proprio in quell’area. L’ordinanza del Comune è arrivata tardi. – spiega ancora – La portata di un divieto che avrà inevitabili ripercussioni sulla salute delle imprese." 

Per Coldiretti l’ordinanza sarebbe dovuta essere emessa a gennaio, e non a marzo, periodo in cui questa particolare coltura è prossima al rinnovo. 


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