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Attualità mercoledì 03 maggio 2017 ore 11:37

Lavoro, più assunzioni ma meno stabilità

Le aziende apuane assumono ma solo i contratto su cinque è a tempo determinato e il tasso di disoccupazione è il più alto di tutta la Toscana



MASSA — Le aziende apuane tornano ad assumere ma il posto fisso sembra sempre più un miraggio. Le imprese sono sempre più alla ricerca di personale con esperienza lavorativa precedente, almeno in due casi su tre mentre la difficoltà a reperire personale adeguato riguarderebbe due assunzioni su dieci. L’aver già lavorato è un requisito prioritario rispetto anche al livello di istruzione: solo l’8,4% dei nuovi assunti è laureato contro la media nazionale del 17%. I contratti di lavoro nel primo trimestre del 2017 dovrebbero attestarsi intorno alle 760 unità. Uno su cinque sarà stagionale (24,1%) ed avrà meno di 29 anni. In testa alla classifica dei settori destinati ad assumere ci sono i servizi (67%) ed in particolare nel settore commercio (35%) e turismo (32%) seguiti da industria (33%) e costruzioni (10%). La forma più utilizzata per reperire forza lavoro e nuove risorse umane sono i contratti a tempo determinato (51,7%) sotto forma di lavoro interinale, collaborazioni coordinate e continuative, partita iva e contratti occasionali. Solo il 19% dei contratti sarà a tempo indeterminato. Appena un contratto su dieci (10,2%) sia legato all’apprendistato. A fornire un quadro sullo stato dell’occupazione apuo-lunigianese è l’Istituto di Studi e Ricerche della Camera di Commercio di Massa Carrara in base all’analisi del sistemaExclesior che Unioncamere realizza insieme al Ministero del Lavoro. “L’occupazione – analizza Dino Sodini, Presidente Camera di Commercio Massa Carrara – resta la grande priorità del nostro territorio e del nostro paese. Il tasso di disoccupazione è ancora spaventosamente alto, al 16,6%, il più alto della Toscana ed il tasso di occupati è arrivato ai livello del 2004 in calo rispetto al 2015. A soffrire di più sono le fasce dei giovani alle quali la politica ed il territorio devono dare risposte immediate. La propensione ad assumere nel primo trimestre 2017 che abbiamo registrato è un dato importante che denota una certa vitalità del nostro tessuto imprenditoriale anche se non è sufficiente”. Sull’aumento della difficoltà di reperimento nel trimestre in corso incide in parte il numero di assunzioni di profili qualificati, che rappresentano il 14,6% del totale delle assunzioni programmate. In questo ambito spicca la richiesta di tecnici, mentre la domanda di figure intermedie riguarda invece il 31,4% delle assunzioni previste: profili impiegatizi e addetti al commercio e servizi. La richiesta di profili operai interessa il 19,5% delle assunzioni, mentre quella riguardante il personale non qualificato è la quota maggiormente rappresentativa e pari al 34,4%, un dato nettamente in contrasto con quello medio nazionale fermo al 13%. “L’esperienza lavorativa è un fattore decisivo – spiega Vincenzo Tongiani, Presidente Isr – per trovare un’occupazione ed ha, almeno nel nostro territorio, se leggiamo bene l’analisi, un valore addirittura più importante del livello di istruzione. Il 66% delle aziende richiede una specifica esperienza, valore che si accentua sia quando si tratta di figure professionali intellettuali e tecniche, sia quando si tratta di operai specializzati. Un aspetto, questo, sul quale la riforma della scuola interviene introducendo in maniera strutturale negli istituti tecnici e nei licei periodi di alternanza tra scuola e lavoro. Su questo aspetto e su quelli riguardanti il miglioramento dell’orientamento scolastico e dell’occupazione, la recente riforma delle Camere di commercio ha attribuito al sistema camerale nuove importanti funzioni, all’interno delle quali si inserisce anche l’analisi dei fabbisogni. La chiave è ancorare i percorsi di studio alle attività artigianali presenti sul nostro territorio impedendo che vadano disperse e perse manualità, capacità ed unicità di un sistema produttivo che partendo dalla filiera del marmo e dalla lavorazione e passando per gli antichi mestieri enti, istituzioni ed imprese devono sostenere senza nessun tentennamento. Dentro ogni scuola c’è un pezzo del nostro futuro. Adeguare strutture e percorsi scolastici alle esigenze del mercato del lavoro è indispensabile e non più rimandabile”.

Il livello di istruzione maggiormente richiesto per le assunzioni previste nel primo trimestre 2017 dalle imprese apuane è quello di scuola media superiore (35,5% del totale). La quota dei laureati raggiunge l’8,4% (il dato medio nazionale è del 17%), le qualifiche professionali il 10,2%. Per il restante 45,9% delle assunzioni non è stata indicata alcuna formazione specifica (il dato italiano è del 26%). Il 41% delle assunzioni che le imprese intendono fare sarà effettuato senza nessuna considerazione anagrafica, per il 27,3% invece si tratterà di figure con meno di 29 anni e per il 31,7% con più di 29 anni. Infine annottiamo che prevale l’indifferenza anche nella distinzione di genere, con un valore del 52,8%, seguono poi le figure maschili con una quota del 32,5% rispetto al 14,8% di quelle femminili. 


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