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Cultura giovedì 18 giugno 2015 ore 14:06

Nuovo allestimento per il "popolo di pietra"

Riapre Museo Statue Stele, sculture risalenti III millennio a.C. che testimoniano la più antica cultura della Lunigiana. Inauguarzione il 27 giugno



PONTREMOLI — Il 27 giugno sarà infatti inaugurato, dopo un intervento di restyling, il nuovo Museo delle Statue Stele, celebri sculture antropomorfe che testimoniano la più antica cultura della Lunigiana, databili sin dal terzo millennio a.C.

La collezione è ospitata nel Castello medievale del Piagnaro. La collezione è composta da quaranta monumenti, appartenenti sia all'età del Rame (metà IV - fine III millennio a.C.) che alla piena età del Ferro (VII-VI secolo a.C.), tutti rinvenuti in Lunigiana, territorio che nella tarda preistoria vide fiorire il fenomeno del megalitismo, al pari con altri (Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige, Lombardia, Puglia, Sardegna). 

Ancora sconosciuto l'esatto significato di queste sculture, certamente collegate a un rituale. L'intervento di riallestimento ha consentito di raddoppiare in estensione la precedente esposizione museale, inaugurata nel 1975 alla presenza dell'allora ministro dei Beni culturali Giovanni Spadolini e oggi intitolata al fondatore Augusto Cesare Ambrosi. Tra le novità principali: il maggior numero di stele esposte, il supporto di materiale multimediale, il percorso espositivo raddoppiato e l'abbattimento di barriere culturali e architettoniche interne. Il percorso inoltre riscopre e apre al pubblico per la prima volta un'ala dimenticata del Castello. 

L'apertura del nuovo museo porterà anche, e per la prima volta, alla programmazione di un'attività scientifica "dalla quale - spiega una nota - si auspica arrivi qualche risposta sulla loro funzione". I lavori di riallestimento sono stati firmati dall' architetto Guido Canali e dai collaboratori dello studio Canali Associati di Parma, e realizzati su incarico del Comune di Pontremoli grazie al finanziamento della Regione Toscana, della Provincia di Massa Carrara, dell'Ente Crf e al contribuito della Soprintendenza archeologica.


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