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Spettacoli lunedì 19 ottobre 2015 ore 18:45

Philippe Petite sogna di attraversare le cave

Il funambolo di fama mondiale, l'uomo che attraversò le Torri gemelle nel 1974, a Roma ha presentato il suo film The walk



ROMA — E lui, quello che definisce le sue performance funamboliche "teatro nel cielo" l'uomo che ha attraversato le Torri gemelle su un cavo nel 1974, un'impresa prima raccontata in un documentario Man on Wire e ora in The Walk di Robert Zemeckis passato oggi alla Festa di Roma e in sala con la Warner da giovedì. 

Da lui, 66 anni, dieci libri all'attivo, tra cui uno sulla creatività, uno sul borseggio e uno sulla prestidigitazione anche un progetto per una performance in Italia: "Vorrei attraversare le cave di marmo di Carrara con un'illuminazione fatta da trentamila candele e con la musica di sottofondo. Aspetto solo l'invito delle autorità". 

Sul crollo delle Torri gemelle dice: "E' una domanda a cui non amo rispondere. Non riesco ad esprimere sentimenti in una vicenda in cui sono morte migliaia di persone oltre, ovviamente, il dispiacere della morte delle Torri". 

Hai mai paura? Qualcuno gli chiede riferito alle sue performance: "Non provo mai paura. Sono troppo concentrato, quando sono sulla fune trasporto con me la mia vita, sono fatto così". 

Sulla sua impresa, ripetuta ben otto volte ad un'altezza di circa 400 metri, spiega: "Una volta finita la prima traversata non volevo ancora festeggiare. Mi ero servito solo per saggiare la corda. Mi sentivo come un re, elegantissimo seduto sul suo trono - dice l'artista parlando del suo essersi disteso al centro della corda -. Poi ho visto di sotto il pubblico e non volevo deluderlo e così in 45 minuti ho attraversato il filo otto volte". 

Il cavo è per lui qualcosa di importante: "E' come un animale vivo, una curva catenaria, mai davvero retta ma piuttosto un sorriso che unisce i due posti e allo stesso tempo unisce le persone che vivono in quegli stessi luoghi".

Come è arrivato a fare il funambolo?: "E' stata una cosa del tutto naturale. Ho cominciato a fare i giochi di magia, poi ho fatto il giocoliere e alla fine sono arrivato al funambolismo per una naturale evoluzione". Per Philippe Petit è la prima volta a Roma: "Non c'ero mai stato, ora la visiterò e vedrò se ci sono dei luoghi in cui possa immaginare la mia esibizione. Ma ci vuole un invito del governo, delle autorità competenti. Solo così poi potrei presentare un progetto".


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