Cronaca

Droga in cella nei flaconi dei cosmetici

Nascondevano gli stupefacenti per il detenuto nelle confezioni di creme corpo. I carabinieri hanno scoperto tutto e in tre sono finiti nei guai

Non avrebbero potuto ma comunicavano con un telefonino che lui teneva abusivamente nel carcere in cui si trova perché indagato per omicidio. Nelle conversazioni, lui spiegava alla fidanzata come procurarsi la droga e come fargliela avere eludendo i controlli della polizia penitenziaria. E lei eseguiva, rifornendosi di cocaina, hashish e ossicodone che avrebbe nascosto in flaconi di cosmetici, per lo più creme per il corpo che faceva recapitare al detenuto in un penitenziario ligure o consegnando lei stessa le dosi durante le visite.

I carabinieri di Carrara hanno scoperto tutto, e adesso in tre sono finiti nei guai. I militari, all'esito di un'indagine coordinata dalla procura di La Spezia, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari firmata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale spezzino nei confronti di tre persone - 2 in regime di arresti domiciliari e uno sottoposto all’obbligo di firma - gravemente indiziate a vario titolo del reato di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. 

Gli indagati, negli ultimi mesi avrebbero introdotto varie dosi di droga nel carcere spezzino, dove uno di loro si trova in custodia cautelare. Quest’ultimo, dovrà rispondere anche del possesso di un telefonino utilizzato abusivamente dentro l’istituto penitenziario per comunicare con l’esterno. 

L'attività investigativa è stata avviata a Gennaio, dopo il ritrovamento di alcune dosi di hashish e cocaina in un pacco spedito da Carrara e indirizzato a un 30enne in carcere a La Spezia dal 2021 poiché indagato per omicidio. Le dosi di droga si trovavano in flaconi di creme e lozioni per il corpo, confezionate per fare in modo che gli addetti al filtraggio della polizia penitenziaria non le trovassero. Beh, il sistema non aveva funzionato.

I carabinieri del nucleo operativo di Carrara nel frattempo avevano puntato i riflettori sulla fidanzata del detenuto, 32 anni e fortemente sospettata di essere entrata nel giro degli stupefacenti, quindi avevano avvisato il carcere di controllare la corrispondenza fra i due mentre investigavano tra attività tecniche, analisi dei filmati e pedinamenti, raccogliendo svariati elementi e arrivando a identificare in un 29enne il presunto pusher, con precedenti specifici e ora accusato di aver procurato le dosi di droga alla ragazza.

Quando gli stupefacenti non venivano spediti, allora lei li avrebbe portati direttamente in carcere durante le visite, nascondendo le dosi sotto la mascherina chirurgica o sotto gli indumenti per poi consegnarle al fidanzato durante i colloqui. E' stato tutto scoperto. Ora lei e il compagno già in carcere sono stati sottoposti col nuovo provvedimento agli arresti domiciliari, mentre il presunto spacciatore è stato sottoposto all’obbligo di firma.

I carabinieri ricordano che il procedimento è in fase di indagini preliminari e che i soggetti destinatari dei provvedimenti cautelari devono considerarsi non colpevoli sino alla condanna definitiva.