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La burocrazia rallenta un'impresa su tre

A 4 aziende su 10 sottrae più di 3 giorni lavorativi al mese. L’80% degli imprenditori va negli uffici pubblici 20 volte l’anno

La burocrazia è una complessa, lenta e ripetitiva zavorra per le imprese e per il sistema economico. Ne è convinto il 75,7% delle piccole imprese e degli artigiani, la categoria che vive adempimenti e pratiche come un peso spesso insostenibile e non proporzionato alla loro dimensione. 

Un malessere più diffuso tra le imprese che operano nelle autoriparazioni (79,8%), installazioni impianti (78%), servizi alle imprese (77,3%) e costruzioni (75,6%). 

Al primo posto delle pratiche più “odiate” c’è il Sistri (60,3%), il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, seguito dalla responsabilità solidale degli appalti estesa alle ritenute fiscali (47%), dallo spesometro (45,4%) e dalla formazione in ambito di apprendistato (38,9%). Sono alcuni dei risultati dell’indagine realizzata da Cna su un campione di imprese.

La burocrazia gioca un ruolo economico decisivo ogni giorno sottraendo a quattro aziende su dieci da un minimo di 24 ore lavorative al mese (tre giorni) a un massimo di 40 ore lavorative (5 giorni). 

“La burocrazia, a tutti i livelli, limita la competitività delle imprese, complica la nostra quotidianità e rende la nostra rincorsa più lenta e pesante rispetto ai nostri competitor. E’ come andare a una corsa di velocità e partire con uno zaino in spalla di 40 chili – secondo Paolo Bedini, presidente provinciale Cna –. A questo fattore dobbiamo poi aggiungere il fisco che è tra i più alti d’Europa e che può arrivare fino al 74,4% così come per il costo del lavoro, il credito e l’energia”. 

In media, il disbrigo di adempimenti obbliga l’80% degli imprenditori ad andare negli uffici pubblici fino a 20 volte l’anno, un dato che potrebbe sorprendere ma che va letto in maniera più approfondita poiché la totalità delle imprese (circa il 60%) si avvale della collaborazione di soggetti qualificati esterni per adempiere a questi aspetti, quota che si abbassa notevolmente fino al 53% per le imprese più strutturate (più di 10 dipendenti) che dispongono normalmente di personale interno.

Purtroppo ad appesantire la “riforma” c’è un livello di digitalizzazione e informatizzazione delle pubbliche amministrazione giudicato inadeguato rispetto alle necessità dalla metà delle imprese (dal 53% delle piccole imprese e dal 47,2% dalle imprese strutturate). C’è un dato che sorprende: “In media – spiega ancora Bedini – solo un’impresa su tre riesce a sbrigare più della metà delle pratiche via telematica. Un passo avanti nell’informatizzazione della pubblica amministrazione consentirebbe invece alle imprese di operare in maniera più agile e veloce oltre a ridurre voci importanti come la velocità di risposta e maggiori certezze nei tempi dei procedimenti amministrativi”.