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La Corte Ue approva le norme sui terreni inquinati

Il parere era stato richiesto in seguito ai ricorsi delle società Tws Automation, Ivan e Fipa Group, proprietarie di terreni a Massa Carrara

Le norme italiane sulla responsabilità dei proprietari di terreni inquinati sono compatibili con il diritto comunitario. Lo ha stabilito oggi la Corte di giustizia Ue, il cui parere era stato richiesto dal Consiglio di Stato italiano in seguito ai ricorsi presentati dalle società Tws Automation, Ivan e Fipa Group, divenute proprietarie di diversi terreni situati nella provincia di Massa Carrara a partire dal 2006.

I terreni in provincia di Massa Carrara erano gravemente contaminati da sostanze chimiche in seguito alle attività economiche svolte dai precedenti proprietari, appartenenti al gruppo industriale Montedison, i quali producevano in tali siti insetticidi e diserbanti

Anche se i nuovi proprietari non erano responsabili della contaminazione, ricorda la Corte, "le autorità italiane avevano ordinato loro di realizzare una barriera idraulica di emungimento per la protezione della nappa freatica. Le norme italiane non consentono di imporre ai proprietari di terreni inquinati ma non responsabili della contaminazione la realizzazione di misure di prevenzione e di riparazione e limitano la loro responsabilità patrimoniale al valore del terreno". 

Il Consiglio di Stato ha chiesto alla Corte di giustizia se tali norme nazionali siano compatibili con il principio "chi inquina paga" cui dà attuazione la direttiva, e nella sua sentenza odierna, la Corte risponde affermativamente.