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Malati di gioco, ecco lo studio sull'area apuana

Fotografia di un fenomeno in crescita nello studio affidato al Cnr sulle ludopatie tra i cittadini dai 18 agli 84 anni a Massa, Carrara e Montignoso

Il 68 per cento dei residenti nel distretto sociosanitario delle Apuane, uomini soprattutto, lo ha fatto almeno una volta nella vita, il 37 per cento nell'ultimo anno. Cosa? Il gioco d'azzardo, sulla cui deriva patologica la Asl Nord Ovest e il SerD della zona Apuana studia i dati rilevati attraverso una ricerca del Cnr condotta sui cittadini tra i 18 e gli 84 anni nei comuni di Carrara, Massa e Montignoso.

Le differenze tra i territori sono rilevanti, a partire dai valori della raccolta pro capite per i giochi registrati per il 2019 nei comuni di Carrara (1.692 euro) e di Massa (1.490) risultano nettamente superiori alla media regionale ma in diminuzione rispetto al 2017. Nel comune di Montignoso, viceversa, la raccolta pro capite è decisamente inferiore (846 euro), anche rispetto al dato regionale, ma in questo caso il dato risulta in leggero aumento rispetto al 2017 (835 euro).

Il gioco maggiormente praticato nel corso dell’ultimo anno è il Gratta&Vinci, indicato da 3 rispondenti su 4, seguito dal Superenalotto (60 per cento), dalle scommesse sportive (29 per cento), dalle slot machine (18 per cento) e dal Lotto (17 per cento). Fra le zone distretto della Toscana quella apuana mostra percentuali di comportamento di gioco a “rischio moderato severo” tra le più alte.

Circa il 4 per cento del campione apuano riferisce di aver praticato giochi illegali o non autorizzati, soprattutto gli uomini fra i 18 e i 44 anni, e il 9 per cento conosce una o più persone che hanno praticato uno di questi giochi. Il bilancio economico derivante dal proprio giocare d’azzardo risulta “in rosso” per la maggior parte dei giocatori.

L'utilità dei dati raccolti è confermata da quanti ogni giorno operano in trincea contro la dipendenza patologica da gioco d'azzardo, o ludopatia. In prima linea c'è il SerD delle Apuane diretto da Maurizio Varese, che ogni anno prende in carico un centinaio di persone. Attiva anche la Comunità Monte Brugiana nata dall'impegno di Adriano Cacciatore e negli anni diventata punto di riferimento nell'ambito delle dipendenze al servizio dell'intera collettività.

"La ricerca - conferma Monica Guglielmi, direttrice della Zona Apuana - giova anche agli amministratori dei comuni coinvolti che potranno utilizzare i contenuti della stessa per programmare gli interventi volti a contrastare la dissusione del gioco d’azzardo nei territori di competenza”.