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Intelligenza artificiale per scovare il Parkinson

La scoperta in uno studio che vede la medicina nucleare massese capofila con l'Istituto di fisica nucleare di Pisa e all'ospedale genovese Galliera

L'intelligenza artificiale è in grado di diagnosticare precocemente il Parkinson valutando con la Pet/Tac il metabolismo cerebrale della Fluoro Dopa: è la prospettiva rivelata da uno studio multicentrico che ha visto come centro coordinatore la Medicina nucleare di Massa, con la preziosa collaborazione dell’ospedale Galliera di Genova e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) di Pisa.

Lo studio dal titolo The role of deep convolutional neural network as an aid to interpret brain 18F-DOPA PET/CT in the diagnosis of Parkinson’s Disease recentemente pubblicato sulla rivista scientifica European Radiology (Impact Factor 4) ha portato allo sviluppo di un software di intelligenza artificiale che è in grado di riconoscere un paziente con Parkinson anche in fase iniziale di malattia, riscontrando piccoli deficit di metabolismo a livello delle strutture cerebrali interessate.

“La malattia di Parkinson - sottolinea Pietro Bertolaccini, direttore della Medicina nucleare di Massa - è una malattia neuro degenerativa che colpisce molte persone nel mondo: in genere la diagnosi è clinica ma a volte può arrivare tardivamente, quando sono già comparsi i sintomi come tremori, rigidità muscolare, problemi di equilibrio e nei movimenti, quindi quando già il cervello del paziente ha subito non poche lesioni irreversibili. Si ritiene che scoprire in fase pre-clinica la malattia possa consentire una migliore gestione del paziente e potrebbe consentire di prevenire, o comunque rallentare, la progressione della malattia con farmaci che contrastino la neuro degenerazione".

Questo studio è stato possibile grazie alla collaborazione di Roberto Cappuccio, fisico nucleare associato all’Infn di Pisa, e di Elena Lorenzini, specialista in fisica medica operante presso la Fisica sanitaria Area nord dell’Azienda USL Toscana nord ovest diretta da Alessandro Tofani. “L’intelligenza artificiale - commentano i due esperti - consiste nella creazione di algoritmi di apprendimento automatico che vengono addestrati e migliorano attraverso l’esperienza e che imparano, in modo automatico, dai dati forniti e sta entrando nell’ambito sanitario con diverse finalità e risultati”.

“E' fondamentale sottolineare che l’intelligenza artificiale (IA) non può sostituire l’uomo: queste tecnologie - sottolineano gli scienziati - forniranno agli operatori sanitari un supporto nella lettura dei dati e nel cogliere elementi significativi che, altrimenti, non sarebbero di facile rilevazione".