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La Corte di giustizia e i terreni ex Montedison

La Corte europea si è espressa su richiesta del Consiglio di stato italiano in merito a chi deve sostenere i costi di bonifica dei terreni inquinati

"Se il proprietario di un terreno inquinato non ha contribuito alla contaminazione, non deve pagare il costo della bonifica. La legge italiana risulta quindi in linea con la normativa Ue". 

E' questa in sintesi la posizione espressa dalla Corte di giustizia europea in merito ad alcuni terreni del sito di interesse nazionale di Massa Carrara devastati dall'inquinamento. Sulle vicenda il ministero dell'Ambiente ha presentato ricorso in appello al Consiglio di Stato contro tre sentenze del Tar della Toscana.E il Consiglio di Stato ha chiesto alla Corte di pronunciarsi.

I terreni in questione erano stati di proprieta' del Gruppo Montedison e poi acquistati dalle tre societa' Fipa Group, Tws Automation e Ivan. 

La contaminazione non sarebbe stata causata dalle tre societa' ma sembra piuttosto una conseguenza di attivita' svolte da Montedison. 

L'amministrazione competente a suo tempo ha preteso da Fipa, Tws e Ivan, in qualita' di proprietarie dei fondi, di eseguir alcuni interventi di sicurezza d'emergenza. 

Il Tar Toscana - su ricorso delle tre societa' - ha revocato le misure. 

Dopo il pronunciamento della Corte di giustizia europea, nel caso sia impossibile individuare il responsabile dell'inquinamento e l'amministrazione pubblica provveda al ripristino, i proprietari avranno solo una responsabilità patrimoniale, dovranno cioè rimborsare la parte di valore acquisito dai terreni grazie all'intervento di bonifica.