Attualità

A scuola col ricordo di Giovanni Palatucci

Era questore reggente nella Fiume della seconda guerra mondiale e fece di tutto per salvare gli ebrei del territorio istriano dalla deportazione

Giovanni Palatucci

Era il questore reggente nella Fiume della seconda guerra mondiale e fece di tutto per salvare i profughi ebrei del territorio istriano dalle deportazioni. Ne salvò circa 5.000. Per questo rinchiusero lui, a Dachau. E lì morì. Questa è la storia. L'attualità invece è nel segno del suo ricordo.

Lui è Giovanni Palatucci, coraggioso funzionario di polizia nel cui nome domani mattina si terrà una cerimonia commemorativa presso l’Istituto Comprensivo Giorgini di Montignoso si terrà una cerimonia commemorativa, a un anno esatto dall’avvenuta piantumazione di un ulivo e dall’apposizione di una targa a lui dedicata nel giardino della scuola. Ne dà notizia la questura di Massa Carrara.

Giovanni Palatucci si adoperò con tutti i mezzi a sua disposizione per salvare dalla deportazione nei campi di sterminio i profughi ebrei del territorio istriano. Seppure avvisato che la polizia di sicurezza tedesca stava indagando sul suo conto, non si sottrasse dal rischioso impegno assunto fino al sacrificio estremo, donare la propria vita.

Il 13 Settembre 1944 venne arrestato nella sua casa e condannato a morte per “cospirazione ed intelligenza con il nemico”, pena successivamente commutata in ergastolo. Torturato e deportato nel campo di sterminio nazista di Dachau, qui il 10 Febbraio 1945 in seguito agli stenti ed alle sevizie subite morì.

Il giovane funzionario di polizia, nato Montella in provincia di Avellino, il 31 Maggio 1909 ebbe il riconoscimento della propria opera umanitaria dallo stato di Israele, che nel 1955 lo designò come Giusto fra le Nazioni. Ancora, il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nel 1995 in occasione della celebrazione della festa della polizia gli conferì la Medaglia d’oro al merito civile. Infine, la chiesa cattolica nel 2002 lo ha proclamato Servo di Dio.

"Rinnovare la scelta, non casuale, di tornare a distanza di un anno nella stessa scuola, l’Istituto Giorgini, per celebrare Giovanni Palatucci - spiega la questura in una nota - rafforza la volontà di riannodare un filo, quello della memoria, da consegnare alle nuove generazioni, perché sappiano che i valori fondanti della società civile quali la solidarietà, l’attenzione per il prossimo, la non discriminazione possono essere testimoniati anche oggi da tutti, giovani e non, nessuno escluso".