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Pulizia fiumi, i sedimenti non sono rifiuti

Una notevole semplificazione per lo svolgimento delle attività e degli interventi di manutenzione e pulitura delle sponde e degli argini

I sedimenti derivanti della pulizia di canali e fossi ai fini della prevenzione di inondazioni o della riduzione degli effetti di inondazioni o siccità o ripristino dei suoli non saranno più considerati rifiuti pericolosi. 

Potranno, quindi, essere sistemati lungo ciascuna sponda dei corsi d’acqua per aumentare gli argini. Si tratta di una semplificazione enorme rispetto al passato, oltre che una riduzione di costi, per lo smaltimento che spesso costituiva un impedimento e una limitazione per le aziende agricole che dovevano sostenere le spese per la rimozione. 

La novità vale sia per le imprese agricole, che soprattutto per i Consorzi di Bonifica tra i cui compiti c’è appunto quello della pulizia dei fossi e dei canali.

A comunicarlo è Coldiretti Massa Carrara che con soddisfazione recepisce quanto previsto dalla legge di conversione del decreto legge cosiddetto Sblocca Italia che, nell’articolo 7, comma 8 bis, ha inserito anche queste tipologie di materiali tra quelli contemplati dall’articolo 185 del codice ambientale che già escludeva dal novero dei rifiuti i sedimenti non pericolosi spostati all’interno di acque superficiali.

“Si tratta – spiega Coldiretti – di un importantissima disposizione che costituisce una notevole semplificazione per lo svolgimento delle attività e degli interventi di manutenzione e pulitura delle sponde e degli argini, necessari al fine di assicurare la tutela del territorio da fenomeni di instabilità che risultano aggravati, spesso, proprio da accumuli di materiale non opportunamente rimosso”. 

Fino ad oggi pulire un alveo e liberarlo dall’accumulo di sedimenti che ne avevano alzato il livello era una procedura complicata ed economicamente pesante in particolare per le piccole imprese che volevano pulire il proprio corso d’acqua: l’azienda, così come i Consorzi di Bonifica dovevano, una volta prelevati i sedimenti, trasportarli dalla zona di rimozione fino al luogo dello smaltimento: “una sequenza di azioni complicate e costose che costituivano – spiega Coldiretti – una forte limitazione ad una più frequente e tempestiva manutenzione dei corsi d’acqua. Con questa importante modifica gli interventi saranno più veloci e frequenti”.