Attualità

Ricorso al Tar per la chiusura delle Poste

L'amministrazione ha deciso ricorrere contro il provvedimento di Poste Italiane che dispone la chiusura dell'ufficio di Canevara dal 13 aprile

La decisione è stata presa nella seduta di giunta del 3 marzo con la quale è stato deliberato di impugnare il provvedimento di Poste Italiane avanti il Tribunale amministrativo regionale, ovvero, sentito il parere dei legali che saranno incaricati circa i molteplici profili giuridici sottesi alla questione, di procedere con il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica anche tenuto conto del danno che subiranno i cittadini residenti nella frazione montana.

La Giunta di Massa, da subito pienamente partecipe della mobilitazione sollevata dalle altre amministrazioni e istituzioni toscane contro Poste spa, con l’atto di oggi fissa intanto un primo paletto amministrativo in opposizione al provvedimento di chiusura dell’ufficio postale di Canevara.

Come si ricorderà la notizia della chiusura di oltre 100 uffici postali in Toscana, circa 500 in tutta Italia, è stata annunciata da Poste spa all’inizio del mese scorso.

Il presidente della Regione Enrico Rossi ed oltre 100 sindaci della Toscana, in una riunione tenutasi l’11 febbraio a Firenze, giudicarono inaccettabile, nel metodo e nel merito, il provvedimento di Poste Italiane ritenendo “inammissibile che un'azienda con un utile considerevole e che, prima di tutto, vista anche la sua proprietà pubblica, deve assicurare un servizio pubblico, possa permettersi, senza alcuna consultazione con gli organismi territoriali, di decidere un massiccio intervento di tagli e chiusure” soprattutto a distanza di due anni da altra simile operazione.

Regione e Comuni, impegnati in un’azione di riqualificazione della montagna nella convinzione che solo mantenendo in vita i paesi a monte si possa garantire una migliore manutenzione ed una maggiore cura dei territori, nell’incontro fiorentino denunciarono mediaticamente la “mancanza di sensibilità” di Poste Italiane. Inoltre, riaffermando che “chi gestisce servizi pubblici non può non garantire i livelli fondamentali indispensabili per le comunità locali”decisero di opporsi al provvedimento avviando una mobilitazione di massa e percorrendo tutte le strade amministrative possibili per spingere Poste a ritirare il provvedimento .