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Con 7mila operatori il cibo toscano è sempre più bio

Il certificato biologico campeggia sul 35% delle superfici coltivate, così le produzioni agroalimentari toscane avanzano nel settore green

Un panino con la finocchiona Igp

Con 7mila operatori e il 35% delle superifici coltivate dedicate la Toscana è sempre più bio, e avanza così nel settore green con le sue produzioni agroalimentari. I numeri da primato sullo scenario nazionale sono stati portati alla luce dal rapporto Ismea che sarà presentato in occasione della prossima edizione di Buy Food Toscana, vetrina internazionale del gusto made in Tuscany in programma a Firenze giovedì 26 e venerdì 27 Ottobre prossimi al Palazzo degli affari.

“La forza delle nostre produzioni agroalimentari di qualità – ha affermato Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di commercio di Firenze, durante la presentazione dell'evento - è dimostrata dalle esportazioni, +14% nei primi sei mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2019. Si tratta di prodotti bandiera, straordinari ambasciatori della Toscana nel mondo”.

Qualche dato? Torna l’interesse dell’Asia, dopo gli anni segnati dalla pandemia, si confermano mercati consolidati l’Europa e il Nord America (Usa, Canada, Svizzera e Scandinavia in primis), con una significativa apertura verso il Far East (Giappone, Sud Corea, Singapore). Emerge come i trend di mercato globali siano in continua evoluzione e alla ricerca di prodotti innovativi e di qualità, ma anche legati alla tradizione locale. 

E in queste caratteristiche la Toscana va forte: prima regione per numero di riconoscimenti IG (90 tra food & wine), con oltre 17mila operatori impegnati nel settore food and vino e un valore alla produzione pari complessivamente a circa 1,4 miliardi di euro (di cui 178 milioni afferenti esclusivamente al food). La Toscana è anche la prima regione per valore alla produzione di olio di oliva IG (29 milioni di euro). 

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“Buy Food – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani - è il risultato tangibile di una grande squadra, grazie alla sua essenza che rappresenta bene una parte dell’identità toscana e grazie alla sua vocazione di respiro sempre più internazionale, è l’embrione di quello che vogliamo diventi il Buy Food alla Fortezza. La Fortezza da Basso dovrà infatti diventare la cittadella delle fiere e dei congressi". 

“Abbiamo la fortuna di essere una regione che raggiunge il 35% di agricoltura biologica, è naturale quindi che riserviamo molta attenzione anche alla trasformazione e Buy Food è sicuramente una dimostrazione", ha osservato la vicepresidente e assessora all'agroalimentare Stefania Saccardi.