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Trentatre assunzioni per la sicurezza nelle cave

Già programmate 2.280 ispezioni con la squadra di 25 tecnici e 8 geologi prevista dal protocollo tra la Regione e le procure di Massa e Lucca

Dal 2006 sono stati 11 i morti in incidenti sul lavoro in cava e dall'anno scorso gli infortuni hanno registrato un'impennata. Gli ultimi due gravi episodi risalgono al 14 aprile quando due cavatori sono morti nel crollo di un pezzo di versante a Colonnata e al 9 maggio, quando un operaio è rimasto schiacciato da alcuni lastroni in un laboratorio. 

Subito dopo la Regione ha annunciato il piano straordinario sul modello di quello adottato per Prato all'indomani del rogo mortale nella 'Teresa Moda' al macrolotto. Ora quel piano c'è e il protocollo attende solo di essere siglato dal presidente Rossi con le procure di Massa e Lucca, con la procura generale presso la Corte di appello di Firenze e con l'omologa genovese.

Per il piano straordinario, che ha durata biennale, la giunta regionale ha stanziato due milioni e mezzo. Di questi, due sono destinati al personale e il resto all'acquisto di diciassette fuoristrada indispensabili per l'accesso in cava, tre ulteriori automezzi, computer e macchine fotografiche. Entro luglio saranno assunti, con contratto a termine, 25 nuovi tecnici della prevenzione ed 8 geologi o ingegneri a tempo determinato. In tutto, quindi, si tratta di 33 professionisti in più rispetto all'attuale dotazione che conta otto addetti. 

In questo modo, spiega la Regione, i controlli sul rispetto delle norme di sicurezza nelle cave sono destinati a quadruplicare. Nei due anni di durata del protocollo, ne sono stati programmati 2.280 con cinquecento valutazioni sulla stabilità dei versanti e sei o sette ispezioni in ogni cava ogni anno contro i meno di due di oggi. Nelle aziende lapidee invece dai cinquanta accessi registrati nel 2015, uno per azienda ogni dodici anni, si arriverà a 450 l'anno, novecento nel biennio, con ogni impresa che sarà dunque controllata almeno una volta in un anno e mezzo.

In tutto, sono 170 i siti estrattivi che si contano tra le Apuane e la Versilia e 600 le aziende lapidee sul territorio