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Il primo giorno di scuola slitta in mezza Toscana

A Firenze, Lucca e Massa i sindacati hanno indetto 4 ore di assemblea per il 15 settembre in protesta contro la riforma. A Livorno stop di 4 giorni

Ricomincia la scuola e riparte la protesta. Cgil, Cisl, Gilda, Cobas e Snals hanno deciso di non arretrare di un millimetro e nonostante la Uil abbia deciso di sfilarsi hanno confermato l'assemblea per le prime 4 ore di scuola.

L'idea di protestare in occasione della prima campanella era partita da Firenze a inizio agosto, ma ora ha coinvolto anche le province di Lucca e Massa, mentre a Livorno, con modalità diverse da scuola a scuola, le assemblee si svolgeranno dal 15 al 18 settembre.

Per ora non è chiaro quanto vasta sarà l'adesione, ma i sindacati sono ottimisti. "Sappiamo che da Scandicci, dal Mugello e dall'Empolese partiranno diversi pullman diretti all'Obi Hall - ha detto Paola Pisano della Cgil fiorentina -. Ma sappiamo anche che ci sono dirigenti scolastici che stanno boicottando l'assemblea e hanno provveduto a informare gli insegnanti solo appena rientrati a scuola senza dargli il tempo materiale per aderire".

Molte scuole però, come ad esempio l'istituto Caponnetto di Bagno a Ripoli, resteranno chiuse e i presidi hanno già comunicato ai genitori che il primo giorno di scuola slitterà al 16 settembre. All'assemblea hanno già deciso che aderiranno anche i ragazzi della Rete degli studenti.

I motivi della protesta dei sindacati sono essenzialmente tre, che corrispondono agli effetti distorsivi prodotti dalla riforma della #buonascuola.

"I meccanismi con cui verrà premiato il merito non ci convincono - ha spiegato Antonella Velani, numero uno della Cisl scuola a Firenze - così come il piano assunzioni del governo che ha creato assunti di serie A e di serie B". 

Il terzo punto riguarda la difformità di insegnamento che verrà a crearsi in tutta Italia a causa dell'eccessiva discrezionalità che i dirigenti scolastici avranno nel gestire i piani formativi, che da annuali diventeranno triennali.

"La scuola sta adottando un metodo aziendalista che non le appartiene - ha detto Stefano Fusi, dell'esecutivo dei Cobas Firenze  -. Quello dell'istruzione però non è un servizio erogato dallo Stato e basta. E' una funzione costituzionale".