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Lutto in Toscana, addio al partigiano centenario

Giorgio Mori, classe 1923, partigiano nella Brigata Garibaldi Gino Menconi aveva ricoperto il ruolo di presidente dell'Anpi provinciale Massa Carrara

La Toscana piange la scomparsa del partigiano Giorgio Mori, classe 1923, partigiano nella Brigata Garibaldi Gino Menconi e già presidente dell'Anpi provinciale di Massa Carrara.

“Oggi con grande tristezza, ma con immensa gratitudine, salutiamo un uomo che insieme a tanti altri partigiani e partigiane scelse di stare dalla parte giusta della storia e ci ha consegnato un Paese libero e democratico, sconfiggendo la dittatura nazifascista” così l’assessora alla cultura della Memoria Alessandra Nardini ha espresso cordoglio per la scomparsa a 100 anni di Giorgio Mori. “Il suo esempio, ispirato agli ideali di libertà, uguaglianza, giustizia sociale, antifascismo, ci richiama ancora una volta a tenere saldo il nostro impegno per difendere e promuovere la cultura della Memoria, a partire dalle giovani generazioni. Non permetteremo che quella storia che Giorgio Mori ha contribuito a scrivere prima e a raccontare poi venga mai negata o riscritta”.

L'Anpi in una nota "Ciao Giorgio. Una vita lunga, ma ci mancherai tanto. La settimana è iniziata con la notizia che non avremmo mai voluto ricevere: ieri sera ci ha lasciati Giorgio Mori, nato a Carrara nel 1923, partigiano combattente. A Gennaio aveva compiuto 100 anni: abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo a lungo e forse per questo ci manca già! Una vita incredibile la sua, che ha vissuto sulla propria pelle la dittatura e le discriminazioni. Alla fine del 1943 non ebbe esitazioni a salire ai monti con le prime formazioni partigiane, partecipò a numerose azioni, rischiando ogni volta la vita. Negli ultimi giorni di guerra fu protagonista della cattura di centinaia di soldati nazisti. Un eroe, insomma. Ma dopo la Liberazione non riuscì a trovare lavoro a Carrara e fu costretto ad emigrare con la moglie e il figlio. Dalla fine degli anni Quaranta e per tre lustri ha lavorato in Belgio nelle miniere di carbone. Al ritorno è iniziata ancora un'altra Resistenza: quella di testimoniare a tutti la necessità di costruire una società diversa, fatta di diritti e di conquiste sociali. Migliaia gli studenti che hanno potuto confrontarsi con lui in centinaia di incontri.Ciao Giorgio e grazie di tutto quello che hai fatto per noi! Oggi piangiamo la tua partenza, da domani proveremo a continuare la tua Resistenza".