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Alberghi, è toscano il primato nazionale dei rincari

I prezzi corrono veloci nel capoluogo, ma anche nel resto della Toscana si registrano aumenti nelle varie tipologie di strutture ricettive

Firenze è la città italiana che registra i rincari più pesanti per hotel e strutture ricettive (+43,2%), ma anche nel resto della Toscana si registrano aumenti considerevoli: lo afferma Assoutenti, che ha redatto oggi la mappa del caro alberghi in Italia su base dati Istat.

Lo studio mette a confronto i listini dei servizi di alloggio in varie città italiane fra hotel, pensioni, b&b e strutture ricettive varie. Ebbene: nell’ultimo mese le tariffe delle sono salite in media in Italia del +15,2% rispetto al 2022, con punte del +18% per alberghi e motel, mentre villaggi vacanza a campeggi costano l’11,1% in più.

Assoutenti rileva tuttavia come l’andamento delle tariffe praticate al pubblico sia tuttavia estremamente diversificato sul territorio, e gli aumenti più pesanti si registrano nelle città d’arte, quelle cioè che nell’ultimo periodo hanno visto le maggiori presenze di visitatori.

E’ proprio il caso di Firenze, al primo posto della classifica sul caro-albergo e dove nell’ultimo mese i listini delle strutture ricettive sono rincarati del +43,2% rispetto allo scorso. Al secondo posto troviamo Milano, che registra tariffe in crescita del +38% su base annua e al terzo Campobasso (+28,9%). Seguono Venezia (+25,7%), Palermo (+25,3%) e Ferrara (+24,6%).

In Toscana, dopo Firenze scorrendo la graduatoria si incontrano Lucca (+13,5%), la provincia di Massa-Carrara (+8,9%), e poi Pistoia e Siena (+8,8%), Pisa (+8,4), Arezzo (+8,0%), Grosseto (+5,7%), Livorno (+5,4%).

“Temiamo che questo sia solo un assaggio di ciò che attende gli italiani la prossima estate – avvisa il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi –. Anche nel comparto turistico il caro-bollette che ha caratterizzato l’ultimo anno e una inflazione ancora alle stelle si stanno riversando su prezzi e tariffe praticate al pubblico, attraverso un incremento generalizzato dei listini. Il rischio concreto è che milioni di italiani, non potendo affrontare costi sempre più elevati, saranno costretti questa estate a tagliare i giorni di villeggiatura, o addirittura a rinunciare del tutto alle vacanze in attesa di tempi migliori”, conclude Truzzi.