Lavoro

Lavoro, ecco dove si guadagna di più

In Toscana come nel resto d'Italia la retribuzione non è omogenea. Tra Firenze e Grosseto uno scarto di quasi 6.989 euro medi annui. La mappa completa

A Firenze si sforano i 23.600 euro medi annui, mentre a Grosseto non si arriva a 16.700: è la retribuzione dispari dei lavoratori dipendenti toscani che, come avviene nel resto d'Italia, percepiscono buste paga diversamente pesanti da provincia a provincia.

Ad accendere i riflettori sul fenomeno è uno studio della Cgia di Mestre da cui, per quel che concerne la Toscana risulta un divario retributivo tra la provincia in cui si guadagna di più ovvero Firenze (23.687 euro medi annui) e quella in cui si guadagna di meno ovvero Grosseto (16.698 euro medi annui) di 6.989 euro medi l'anno che nell'economia familiare non sono esattamente spiccioli.

Per di più nessuna provincia toscana raggiunge la media nazionale di 22.839 euro annui.

Ma ecco la mappa completa delle retribuzioni medie lorde annue in Toscana. La Cgia mestrina ha elaborato dati Inps del 2022, ultima annualità disponibile. Il numero d'ordine è riferito alla posizione di ciascuna provincia nella graduatoria nazionale:

E a livello regionale? La Toscana nella graduatoria per regioni italiane si piazza al decimo posto con una media lorda giornaliera di retribuzione pari a 87,56 euro a fronte di 246,9 giornate annue retribuite. 

La classifica è guidata dalla Lombardia (100,05 euro al giorno; 257,6 giornate annue retribuite), seguita sul podio da Trentino Alto Adige (99,33 euro al giorno; 235,2 giornate annue retribuite) ed Emilia-Romagna (98,56 euro al giorno; 249,5 giornate annue retribuite).

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"In Italia le disuguaglianze salariali a livello geografico sono importanti ma, grazie a un preponderante ricorso alla contrattazione centralizzata - osservano gli esperti - abbiamo differenziali intra-settoriali più contenuti rispetto agli altri Paesi. Per contro, la scarsa diffusione in Italia della contrattazione decentrata (istituto, ad esempio, molto diffuso in Germania) non consente ai salari reali di rimanere agganciati all’andamento dell’inflazione, al costo delle abitazioni e ai livelli di produttività locale, facendoci scontare dei gap retributivi medi con gli altri paesi molto importanti".