Le indagini, coordinate dalla Procura, in collaborazione con Arpat hanno confermato la completa compatibilità fra il combustibile recuperato in mare e quello che era a bordo della nave. Infatti durante quella notte di dicembre, una grande chiazza oleosa aveva invaso il porto; immediato l'intervento della guardia costiera che ha circoscritto il danno e salita a bordo della nave per ulteriori accertamenti ha riscontrato gravi carenze strutturali e carenze inerenti alla sicurezza e all'inquinamento. Questi sono stati i motivi che hanno portato
a bandire la nave per tre mesi da tutti i porti dell’Ue, dato che i controlli si sono svolti nell’ambito delle convenzioni internazionali.
Il comandante e il direttore di macchina sono stati condannati ad una ammenda di 15mila euro ciascuno e al pagamento delle spese processuali per “inquinamento colposo”.