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Attualità martedì 30 marzo 2021 ore 09:04

Sulla zona rossa la rabbia dei commercianti

negozi chiusi

Senza trascurare la situazione dei contagi Covid, i negozianti biasimano gli annunci di permanenza in arancione poi sconfessati dalla realtà dei fatti



LUCCA / MASSA CARRARA — Sulla zona rossa si abbatte la rabbia dei commercianti che, senza trascurare la serietà della situazione dei contagi, biasimano però gli annunci di permanenza in arancione poi sconfessati dalla realtà dei fatti. Si erano organizzati per le norme da zona arancione, poi il venerdì si sono trovati con l'annuncio di dover chiudere da due giorni dopo. Questione di metodo, dunque, non di merito. E su questo Confcommercio Imprese per l'Italia delle province di Lucca e Massa Carrara "esprime tutta la sua rabbia e incredulità", recita una nota dell'associazione di categoria.

“Non possiamo che rimanere allibiti per l’incredibile errore di comunicazione in cui è caduto nei giorni scorsi il governatore della Regione Eugenio Giani. Che al giovedì ha dato per certa la permanenza della Toscana in zona arancione, salvo poi essere smentito appena 24 ore più tardi a causa di un errore nel conteggio dei dati del giorno precedente". E ancora: "Le attività commerciali, prendiamo ad esempio i negozi di abbigliamento ma l’elenco completo è ben più ampio, si sono visti piombare addosso all’improvviso la notizia dell’obbligo di chiusura a partire dal lunedì”. 

Patisce il comparto della ristorazione: “Dopo mesi in cui i nostri imprenditori si sono attrezzati, non certo a costo zero, per adeguare i loro locali e farli trovare pronti al 100 per cento dal punto di vista del rispetto delle prescrizioni anti Covid, continuano ad essere indicati come la causa di tutti i mali. Non viene consentito loro di far sedere i clienti ai tavoli e somministrare in zona arancione e rossa, e solo a pranzo in zona gialla, come se fossero questi i luoghi di contagio. E intanto nelle piazze di ogni città si vedono assembramenti di persone, molto spesso senza mascherina, che nessuno controlla. Una situazione paradossale che farebbe persino sorridere, se in realtà non ci fosse da piangere", scrive Confcommercio. 

La categoria esprime dunque le proprie necessità: "I nostri imprenditori in questo momento hanno bisogno di cancellazioni di tasse e tributi, a partire dalla Tari. E non di slittamenti che, appunto, rimandano soltanto il problema, senza risolverlo. Insomma, l’attuale situazione che vede in ginocchio il mondo del commercio ha tante responsabilità a cui la politica ha il dovere di rimediare subito. Consentendo intanto alle imprese di poter riaprire e lavorare. E sotto questo punto di vista spaventa molto la prospettiva dell’intero mese di aprile senza zone gialle in tutta Italia”.


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