Attualità giovedì 11 novembre 2021 ore 12:59
"Vendite selvagge di abiti sul web"
La denuncia arriva da Federmoda, che lancia l'allarme: “L’ultima frontiera: privati che comprano dai grossisti e poi rivendono la merce in casa”
LUCCA/MASSA CARRARA — Il mondo delle vendite on line? Sempre più senza regole, a tutto svantaggio dei cosiddetti negozi tradizionali.
Il grido di denuncia, l’ennesimo, arriva da Federico Lanza, presidente di Federmoda Confcommercio province di Lucca e Massa Carrara.
“Il nostro sindacato – afferma Lanza – lo ripete da anni, in ogni sede possibile: chi basa la sua attività sulla vendita web dovrebbe essere sottoposto al medesimo trattamento fiscale dei negozi “fisici”. Invece, purtroppo, i colossi mondiali di questo settore godono di vantaggi inaccettabili, che vanno a sommarsi ad altri legati a mezzi e risorse che rendono già di per sé impari la lotta. E certo non rassicurano gli impegni presi al recente G20 nei confronti dei colossi mondiale del web, ancora insufficienti nella misura e purtroppo indefiniti nei loro tempi di applicazione”.
“A fronte delle nostre ripetute denunce di questi anni – prosegue Lanza -, purtroppo, ci troviamo costretti a registrare il fatto che questa disparità di trattamento non solo non registri miglioramenti, ma anzi, al contrario, peggiori ogni giorno creando ulteriori e gravi danni nei confronti dei negozi tradizionali. A tale proposito, ci giungono sempre più frequenti segnalazioni di attività di vendita di merce acquistata dai grossisti e svolte da privati nelle proprie case, attraverso promozioni e pubblicità on line e in modo particolare social, e con modalità che non rispettano in alcun modo le prescrizioni burocratiche, amministrative e fiscali richieste ad negozio normale. Vendite effettuate a volte a un ristretto gruppo di amici e conoscenti, in altri casi dietro l’organizzazione di veri e propri eventi a domicilio, come aperitivi o cene”. “Un’attività a volte sommersa o semi sommersa – conclude il presidente di Federmoda -, ma strutturata. E che, cosa ben più importante, avviene in evidenti modalità di concorrenza sleale nei confronti dei negozi tradizionali. Per questo ci siamo già attività per tutelare in ogni sede i diritti e il lavoro dei nostri imprenditori”.
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