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Attualità martedì 29 dicembre 2015 ore 15:52

Aumento della psicopatologia adolescenziale

L’età più critica della vita di una persona è, da sempre, l’adolescenza, l’età formativa per eccellenza



AULLA — Non è un caso che le problematiche adolescenziali rappresentino, in misura sempre maggiore, un tema a cui prestare attenzione, in quanto, come sostenuto da numerosi studi clinici, l’adolescenza costituisce un’età critica in cui possono emergere aspetti di disagio psicologico o di disturbo psicopatologico e disadattamento sociale.

In linea con quanto la letteratura ci segnala, la psicopatologia adolescenziale è in progressivo aumento e questo anche nella realtà lunigianese, dove le manifestazioni cliniche si possono afferire a disturbi di personalità, disturbi della condotta e antisociali, disturbi depressivi, disturbi bipolari e disturbi in cui il ritardo mentale lieve è associato a disturbo del comportamento e della condotta.

Proprio per questo, da tempo la Regione Toscana ha focalizzato il proprio interesse alla fascia d’età adolescenziale, che inizia con i primi movimenti puberali e ha un termine non ben definito che si colloca intorno ai 23/24 anni, attraverso l’istituzione di vari servizi rivolti alla prevenzione e alla cura del disagio adolescenziale.

Inoltre, la Regione Toscana, anche per fare fronte a forme di grave psicopatologia adolescenziale, ha sollecitato la definizione di percorsi assistenziali integrati per l’accoglienza e la cura, con particolare attenzione al passaggio dalla minore alla maggiore età, sollecitando i servizi a strutturare occasioni di offerta di cura integrate e flessibili, che interagiscano tra loro e rispondano al medesimo obiettivo: l’esigenza di salute e di benessere psicofisico.

Pertanto, nello spirito di costituire un gruppo di lavoro integrato da diverse figure professionali che si “prendono cura” dell’adolescente e della sua famiglia, è stato attuato dall’Asl 1 di Massa Carrara e dalla Società della Salute della Lunigiana un protocollo di presa in carico congiunta delle forme di grave psicopatologia adolescenziale tra l’UnitàFunzionali Salute Mentale Infanzia e Adolescenza (Ufsmia), diretta dalla dottoressa Isabella Bernazzani, e l’Unità Funzionale Salute Mentale Adulti (Ufsma), diretta dal dottor Alessandro Guidi.

Il modello organizzativo tradizionale prevedeva, infatti, una rigida separazione di competenze, con un servizio che sioccupava dei ragazzi fino ai 18 anni e l‘altro dai 18 anni in poi, con un passaggio di competenze formale situatoproprio al centro di una età particolarmente critica per lo sviluppo del disagio psichico.

La separazione risultava artificiosa e controproducente perché costringeva i ragazzi ad un cambio di operatori e di stilidi cura e, a volte, portava ad una interruzione del trattamento stesso.

Il progetto di presa in carico congiunta tra i due servizi è nato, quindi, dall‘esigenza di colmare il “gap” che si collocacronologicamente al 18° anno, in quella fascia di età che, giuridicamente, fa entrare il soggetto nell‘età adulta, ma cherappresenta anche un periodo in cui possono emergere disagi psicologici e disturbi psicopatologici gravi.

Di conseguenza, in linea con quanto indicato nel Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale anno 2012/2015, inLunigiana l‘Ufsmia e l‘Ufsma hanno formalizzato due anni fa un protocollo di presa in carico congiunta che prevedeche gli adolescenti di età compresa tra i 16 ed i 18 anni, se affetti da una importante psicopatologia, siano presi incarico da una equipe integrata dei due servizi, dalla quale saranno seguiti fino all‘età di 20 anni, garantendo così unaunicità e continuità di interventi che permetta una riduzione della gravità della sintomatologia presentata.

L‘equipe integrata della Lunigiana è composta dal neuropsichiatra infantile, dallo psichiatra adulti, da psicologo/a,dall‘assistente sociale minori e dall‘assistente sociale adulti.

Quindi, nel caso di un giovane che presenti una patologia psichiatrica all‘esordio, si provvede, rapidamente, ad unapresa in carico congiunta, con una valutazione complessiva del caso, con l‘eventuale inserimento della terapiafarmacologica, con colloqui psicoterapeutici svolti dal neuropsichiatra infantile e/o dallo psichiatra adulti, con colloquidi sostegno ai familiari da parte del neuropsichiatra infantile e con una risposta ai bisogni sociali da parte delleassistenti sociali ed eventuali sedute di psicoeducazione al paziente e ai familiari da parte dello psichiatra adulti.

La continuità della presa in carico dell’adolescente e della sua famiglia è, inoltre, garantita dalla formulazione di unprogetto individualizzato, soggetto a verifiche periodiche, e dalla individuazione di un “case manager” che segue lediverse fasi del progetto, curando l‘integrazione degli interventi dei singoli operatori.

Grazie a questo progetto innovativo, negli ultimi due anni l‘Ufsmia della dottoressa Bernazzani e l‘Ufsma del dottorGuidi hanno potuto dare risposte concrete ed efficaci in Lunigiana a 15 casi di patologie psichiatriche insorte inadolescenti, garantendo un passaggio fluido e senza interruzioni da un servizio all‘altro ed una migliore gestione deldisturbo presentato.

Tale esperienza è stata, inoltre, presentata a convegni nazionali e internazionali di psichiatria, riscuotendo particolare interesse per la concreta applicazione, nella pratica, di procedure che, talvolta, risultano difficili da realizzarsi nella attività clinica.


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