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Cronaca lunedì 11 novembre 2019 ore 18:47

Evasione fiscale, interdetto imprenditore del marmo

La Guardia di Finanza contesta quasi un milione e 800mila euro di ricavi non dichiarati a un'azienda del comparto lapideo. Sequestri e interdizioni



CARRARA — Un'indagine della Guardia di Finanza sulla presunta evasione fiscale commessa da una una nota azienda del settore lapideo ha portato al sequestro preventivo di beni per quattrocentomila euro e all'interdizione per un anno dall'attività di impresa o da incarichi direttivi del presidente del consiglio di amministrazione della società e del dipendente addetto alla contabilità.

In una nota le Fiamme gialle spiegano di aver portato alla luce "un collaudato sistema di sottofatturazione dei carichi commerciali", per lo più spedizioni verso gli Stati Uniti, il Brasile e stati asiatici. I finanzieri ritengono che gli importi delle compravendite riportati nelle fatture siano stati ribassati dal 40 al 50 per cento rispetto a quelli reali. Il surplus, sempre secondo la Finanza, veniva corrisposto in nero tramite intermediari. Secondo gli inquirenti, l'azienda avrebbe sottratto all'Erario un milione e 790mila euro di ricavi e avrebbe evaso l'Ires per 429mila euro. I reati contestati al presidente della società, alla sorella e al contabile sono dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o documenti per operazioni inesistenti e dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici.

Il presidente della società è accusato anche di turbativa d'asta in relazione a una cava di marmo oggetto di una procedura fallimentare. Indagato in questa seconda indagine anche l'amministratore di fatto di un'altra impresa del lapideo.


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