Attualità giovedì 28 novembre 2024 ore 19:00
Aurora salvata dal defibrillatore che si chiama come lei
Dopo l'arresto cardiaco, la ragazza è stata sottoposta a intervento chirurgico all'Ospedale del Cuore a Massa. Ha compiuto 18 anni durante il ricovero
MASSA — Aurora, 18 anni compiuti in ospedale. Aurora, salvata dopo un arresto cardiaco da un defibrillatore che si chiama proprio come lei e che è stato impiantato per la prima volta in Toscana. Sembra una favola bella quella che arriva dall'Ospedale del Cuore di Massa, della Fondazione Monasterio. In parte lo è, ma è anche la storia vera di una ragazza coraggiosa e dell'équipe di medici ad alta specializzazione che le ha restituito una nuova vita.
Aurora ha celebrato il suo 18° compleanno con tanti palloncini colorati, i fiori e il sorriso di familiari e medici il 18 Ottobre scorso nella degenza dell'Ospedale del Cuore di Massa. Un compleanno che vale doppio, perché Aurora non ha festeggiato solo la maggiore età ma anche quella che lei chiama “la sua seconda vita", una rinascita dopo la malattia e l’arresto cardiaco.
Questo 'ritorno alla vita' è stato possibile grazie a un innovativo dispositivo, il primo nel suo genere impiantato in Toscana: un defibrillatore che per uno strano scherzo del destino porta proprio il suo stesso nome: Aurora.
La giovane lunigianese è nata con una patologia che può alterare l’attività elettrica del cuore, con il rischio di gravi aritmie. Patologia che, però, non si era ancora manifestata con sintomi importanti.
D'improvviso il cuore si ferma
E invece lo scorso 14 Ottobre la ragazza si sottopone ad uno studio elettrofisiologico, un esame per accertare eventuali anomalie elettriche del cuore e verificare la necessità di un defibrillatore. Proprio durante l’esame, si innesca un’aritmia e Aurora va in arresto cardiaco, il suo cuore si ferma.
I medici praticano la rianimazione per oltre 40 minuti, ma il massaggio cardiaco non basta. Decidono, quindi, di impiantare l’Ecmo, la macchina cuore-polmoni. A farlo è la dottoressa Francesca Chiaramonti. La macchina consente al cuore di tornare a battere in autonomia, Aurora si riprende, ma il suo cuore ha comunque bisogno di un ausilio: serve un defibrillatore che, impiantato, intervenga con un impulso elettrico regolarizzando il battito nel caso si manifestino altre aritmie.
I dispositivi utilizzati fino ad ora non sono adatti ad Aurora, per lei ne serve uno speciale, quello mai impiantato prima in Toscana che si chiama come lei. E’ un defibrillatore più piccolo degli altri e viene collocato così vicino al cuore che l’impulso elettrico inviato, in caso di necessità, è molto ridotto rispetto a quello di altri dispositivi. Non solo, il nuovo defibrillatore ha un periodo di autonomia più lungo.
Un device innovativo, quindi, il cui impianto richiede la stretta collaborazione tra l’elettrofisiologo e il cardiochirurgo. Il team di Monasterio quel device lo conosce bene, la dottoressa Silvia Garibaldi, elettrofisiologa e il dottor Giovanni Concistrè, cardiochirurgo, sono formati e certificati per l'impianto.
L’intervento, nella sala ibrida del nuovo blocco operatorio, viene pianificato nei minimi dettagli. Il team è composto dai dottori Andrea Rossi, Silvia Garibaldi, Giovanni Concistrè, Alessia Lenoci e Federica Ceccotti.
L'impianto riesce perfettamente, il dispositivo Aurora diventa l’alleato più prezioso per la giovane paziente: il suo cuore ora batte regolarmente.
Il 18 Ottobre Aurora compie 18 anni. E i medici, gli infermieri, i tecnici festeggiano con lei e con la sua famiglia. Nei giorni scorsi la giovane torna all’Ospedale del Cuore per un controllo: il device funziona correttamente.
Aurora racconta: "Da oggi ho due date da festeggiare"
Aurora sta bene: tra pochi giorni tornerà a scuola e organizzerà una grande festa con amici e parenti per il traguardo della maggiore età e per la sua seconda vita.
“Sono stati giorni difficilissimi - confida Francesca, la mamma di Aurora - ringrazio i medici che mi sono stati vicini. Ho trovato in loro professionalità, umanità e una grandissima umiltà".
“In ospedale - racconta Aurora commossa - ho festeggiato i miei 18 anni e l’inizio di una nuova vita. Da oggi avrò due date da celebrare, quella in cui sono nata e quella in cui mi sono risvegliata e sono tornata a vivere. Grazie infinite a tutti coloro che mi sono stati vicini e a tutto il team del reparto e della sala operatoria. Sono tornata alla vita, mille volte grazie”.
“La storia di Aurora - sono le parole di Marco Torre, direttore generale di Monasterio - ci rappresenta: la patologia congenita, il nostro team multidisciplinare, la personalizzazione della cura che ci porta a impiantare un device altamente innovativo perché Aurora aveva bisogno proprio di quello che, stranamente, portava il suo nome. E la immancabile umanità di tutto il nostro personale. Tecnologia e innovazione sono una risorsa preziosissima per Monasterio, ma la loro forza è amplificata proprio da quella umanità e dalla capacità di mettere la persona sempre al centro. Per questo ci siamo sentiti tutti invitati al diciottesimo compleanno di Aurora perché la sua storia è anche la nostra. Grazie a tutto il team e buona vita alla giovane Aurora”.
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