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Attualità martedì 05 novembre 2024 ore 10:50

Carburante dai girasoli, colture triplicate in un solo anno

girasoli

Mentre la superficie coltivata aumenta sensibilmente, il maltempo frena la raccolta di fiori destinati alla coltura del biodiesel grazie ai loro semi



TOSCANA — I semi dei girasoli coltivati dagli agricoltori toscani nel motore delle auto: è la nuova opportunità che sostiene il reddito delle aziende agricole e che fa bene all'ambiente. Sono triplicate le superfici coltivate a girasole destinate alla produzione di biodiesel, alternativo all’inquinatissimo diesel da petrolio: dai 500 ettari del 2023 ai 1.500 del 2024

Passa anche da qui la sfida ai cambiamenti climatici, e a dirlo è Coldiretti Toscana in riferimento alla crescente adesione delle imprese toscane al progetto di Eni e Bf (Bonifiche Ferraresi) per sviluppare in Italia una filiera agro-industriale per uso energetico. 

“L’agricoltura è il settore economico più danneggiato dagli effetti della crisi climatica, ma anche il più impegnato nel ridurne i rischi e l’impatto del surriscaldamento con azioni concrete e soluzioni alternative che spaziano, per esempio, dalla produzione di energie rinnovabili da scarti di lavorazione, reflui zootecnici e dal sole con i pannelli sui tetti delle stalle agli investimenti nell’agricoltura di precisione per azzerare sprechi e consumo di risorse fino all’agricoltura biologica", spiega Letizia Cesani, presidente Coldiretti Toscana.

In Toscana sono oltre 50 le aziende agricole che hanno sottoscritto l’accordo e stanno contribuendo a questo particolare ed innovativo progetto relativo al biodiesel che mette al riparo gli agricoltori dalle oscillazioni imprevedibili dei mercati. 

Complessivamente sono poco meno di 21mila gli ettari coltivati a girasole che caratterizzano con i suoi colori il paesaggio regionale tanto da essere diventato una vera e propria attrazione turistica ed un fenomeno social. Le province a maggior vocazione sono sono Arezzo con 5.600 ettari, Pisa con 5.200, Siena con 3.500, Grosseto con 2.800 e Livorno con 1.000.

Però: "Le precipitazioni di queste settimane stanno rallentando la raccolta soprattutto nelle zone del Livornese, Pisano ma anche nell’Aretino e nella Piana fiorentina creando apprensione sulle rese considerando che il combustibile green si ottiene attraverso la spremitura dei semi. Mancano ancora un terzo degli ettari all’appello”, spiega Fabio Lombardi, Direttore Consorzio Agrario del Tirreno e Consorzio Agrario di Siena CAI.


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