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Attualità martedì 28 marzo 2023 ore 12:15
Imprese, qualità di vita a picco per una su quattro
Negli ultimi due anni un quarto di imprenditori toscani del terziario ha lamentato minor reddito e calo di sicurezza. Indagine di Confcommercio
TOSCANA — Effetto pandemia da Covid-19, minor reddito e calo della sicurezza percepita: sono i principali fattori che spingono un quarto delle imprese toscane del terziario ad accusare un peggioramento complessivo della qualità della vita negli ultimi due anni. Il dato è giunto in occasione della decima giornata "Legalità ci piace" di Confcommercio, con la diffusione dell'indagine su usura e fenomeni illegali condotta da Format Research.
Fra gli imprenditori toscani il quadro di sofferenza risulta superiore rispetto alla media nazionale del 17,8%. Oltre otto imprenditori su 10 hanno installato sistemi di videosorveglianza e allarmi antifurto per proteggere se stessi e i propri clienti, anche se rimane elevata la fiducia nelle forze dell’ordine e nella giustizia: il 65,8% (più della media nazionale ferma al 59,4%) ritiene giusto denunciare fenomeni di usura e racket, mentre il 30% dichiara che non saprebbe cosa fare.
“La pandemia ha mostrato la vulnerabilità del nostro sistema economico e sociale, le imprese si stanno impegnando nella ripresa, ma gli ostacoli da superare sono ancora molti ed in questo clima ogni fenomeno criminoso è percepito in maniera ancora più grave", osserva il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.
A preoccupare di più nel centro Italia sono racket e usura: il 14,1% degli imprenditori ha avuto notizia di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività, dato comunque inferiore alla media nazionale del 21,4%. Chi è minacciato dalla criminalità sente comunque vicine le forze dell’ordine (38%) e le associazioni di categoria e organizzazioni antiusura (21,5%).
Abusivismo e contraffazione restano i fenomeni criminosi considerati più dannosi per le aziende di commercio, turismo e servizi: il 63,8% degli imprenditori se ne ritiene "molto o abbastanza" penalizzato, un dato comunque inferiore alla media nazionale del 65,1%.
“Tutti i meccanismi commerciali fuori dalle regole, che siano messi in atto dai soliti furbetti o da vere e proprie organizzazioni criminose, alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia e posti di lavoro, la diminuzione degli investimenti e tolgono risorse a tutti, allo Stato come alle imprese", afferma il direttore di Confcommercio Toscana.
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