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Attualità venerdì 19 gennaio 2024 ore 18:55

Tavola salata, nel 2023 spesa più cara di 566 euro

supermercato

Il dato è ricavato dalle proiezioni dell'inflazione alimentare. La mappa dei rincari. Le famiglie fiorentine sono state le meno penalizzate



TOSCANA — Tavola salata per i toscani che nel 2023 hanno speso 566 euro medi in più per mettere nel carrello pane, pasta, carne, frutta, verdura e bevande rispetto al 2022 quando già il rincaro medio annuo per acquistare la stessa quantità di prodotti era stato di 494 euro. 

Riempire il frigorifero è costato maggiormente ai cittadini della provincia di Grosseto (+689) che hanno dovuto sborsare altri 188 euro, a causa di una inflazione media dell’11,7%, rispetto a quelli della provincia di Firenze (501 euro) che hanno chiuso l’anno con un indice dell’8,5%. 

Sono grandi le differenze tra le diverse aree, soprattutto tra Nord e Sud della regione. Nelle prime tre posizioni tra le province più care, dietro a Grosseto, ci sono Livorno (+654) e Siena (+636). Poi Massa Carrara (+601) e Pisa (+572), Pistoia (+566), Lucca (+560), Arezzo (+524) e infine la il capoluogo di regione Firenze (+501). A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dell’elaborazione dei dati Istat relativi all’inflazione nel 2023.

L'analisi dei dati

“In due anni ogni famiglia della nostra regione ha dovuto pagare poco più di mille euro per rispondere ai normali bisogni alimentari. Uno sforzo che ha destabilizzato le economie di molti nuclei che hanno dovuto fare molte rinunce, cambiare abitudini e ingegnarsi per ridurre al minimo ogni spreco e ogni spesa superflua. Sono sfiancate", è l'analisi della presidente regionale dell'associazione, Letizia Cesani.

Gli effetti del calo dell’inflazione alimentare, passata dal 12,2% di inizio anno al 4,4% del mese di Dicembre, dovrebbero presto farsi sentire e sono una buona notizia, significativa di un trend che ha invertito la rotta. Le nuove tensioni in Medio Oriente e la crisi del canale di Suez rischiano tuttavia di avere conseguenze sul costo dei beni energetici, di trasporto e di produzione, portandosi così dietro nuovi rincari dei prezzi: "E’ uno scenario che ci preoccupa molto e che potrebbe rimettere tutto in discussione”, aggiunge Cesani.

Scegliendo fior da fiore tra offerte e discount

Ma come hanno gestito gli aumenti dei prezzi i toscani? Otto cittadini su 10 (77%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione.

Per difendersi, infatti, le famiglie vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Ma anche tagliando gli sprechi che costano, ad ogni italiano, 385 euro a testa.

La mappa dei rincari

Ma ecco nel 2023 dov'è che far la spesa è costato di più con una classifica che abbina il rincaro assoluto medio annuo e l'inflazione media annuale, stilata provincia per provincia tra quelle monitorate.

  • Grosseto: +689 euro (11,7% inflazione media annuale)
  • Livorno: +654 euro (11,1%)
  • Siena: +636 euro (10,8%)
  • Massa-Carrara: +601 euro (10,2%)
  • Pisa: +572 euro (9,7%)
  • Pistoia: +566 euro (9,6%)
  • Lucca: +560 euro (9,5%)
  • Arezzo: +524 euro (8,9%)
  • Firenze: +501 euro (8,5%)
  • Toscana: + 566 euro

Fonte Coldiretti Toscana elaborazione dati Istat


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