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Attualità giovedì 15 dicembre 2022 ore 10:44

L'export agroalimentare si mangia guerra e inflazione

bruschetta
L'olio toscano è fra i prodotti di traino per l'export dell'agroalimentare

Inflazione e rincari non frenano la corsa del made in Tuscany sui mercati esteri. Vino, olio, salse e fiori prodotti trainanti. Incrementi a due cifre



TOSCANA — L'export dell'agroalimentare toscano si mangia guerra e inflazione che non frenano una corsa sui mercati esteri che vede incrementi a doppia cifra con vino, olio, salsa gastronomiche e florovivaismo a far da traino: è l'analisi con cui Coldiretti Toscana legge i dati Istat sulle esportazioni relativi al terzo trimestre 2022.

L'incremento delle esportazioni nel periodo in esame è stato del 13,8% in valore, pari a 2.508 milioni di euro di prodotti toscani venduti all'estero dall’inizio dell’anno, il 12% in più su base trimestrale. A trainare le esportazioni con l’80% del valore del totale di export sono tra i prodotti vino, olio, salse gastronomiche e florovivaismo.

L’altro grande merito è delle imprese, il 49% delle quali ha la propensione ad esportare contro una media nazionale del 44%. I consumatori stranieri sono ingolositi specialmente dai prodotti a Indicazione Geografica (Ig): "Negli ultimi 10 anni - spiega il presidente di Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi - il nostro export ha continuato a crescere ad una velocità del 5,1% all’anno arrivando a sfiorare i 3 miliardi di euro nel 2021. Trend molto positivo confermato anche nel terzo trimestre 2022 con un aumento del valore di export del 12,2% pari a 754 milioni di euro, 80 milioni di euro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.

I mercati di riferimento

I mercati di riferimento per le imprese agricole toscane sono specialmente quelli europei, con 1.465 milioni di euro di prodotti esportati (+10%) soprattutto in Germania con 370 milioni di euro (+16%), Francia con 263 milioni di euro (+9%), Svizzera con 102 milioni di euro (+4%) e Spagna con 52 milioni di euro (+9%).

Molto bene le vendite negli Stati Uniti con 630 milioni di euro (+22,4%) ed il mercato asiatico con 181 milioni di euro (+5%) dove però si registra, ancora una volta, una riduzione del 23% dei valori per il mercato cinese. Tornano a crescere anche i flussi verso il Regno Unito (+3%) con 159 milioni di euro di valore.

Iniziano a farsi sentire in maniera pesante gli effetti del conflitto con una forte riduzione di esportazioni sia verso la Russia (-13%) che verso l’Ucraina (-54%): prima dell’avvio del conflitto i due mercati valevano complessivamente circa 40 milioni di euro. Oggi la loro incidenza per la nostra economia regionale si è praticamente dimezzata


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