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Attualità domenica 27 ottobre 2024 ore 14:00

Nei carrelli toscani 160 euro di pasta a famiglia

La cifra complessiva spesa sul territorio regionale per questo alimento è di circa 260 milioni di euro. Volano anche le esportazioni



TOSCANA — 160 euro all’anno. E' quanto spendono mediamente per l'acquisto di pasta le famiglie della Toscana, dove la cifra annuale complessiva per questo alimento in tutte le sue varianti si aggira attorno a 260 milioni di euro.

Il dato emerge ad una analisi di Coldiretti Toscana sulla ba se di quelli diffusi da Istat in occasione del World Pasta Day che si festeggia il 25 ottobre in tutto il mondo.

L'Italia è il Paese dove si mangia più pasta: 23,1 chilogrammi a testa in un anno. "Ma penne e spaghetti - rivela una nota di Coldiretti - spopolano anche all’estero con i 17 chili della Tunisia, seconda in questa speciale classifica seguita da Venezuela (12 kg), Grecia (11,4 kg), Cile (9,5 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Argentina (8,6 kg) e Iran (8,5 kg)". Non a caso, sottolinea ancora Coldiretti, "Nonostante la difficile situazione internazionale, le esportazioni di pasta toscana hanno raggiunto gli 80 milioni di euro nel 2023 secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat".

C'è poi una buona percentuale di italiani che prepara la pasta fatta in casa. Secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’, il 27% degli italiani dichiara che nella sua famiglia si preparano tagliatelle, tortellini, agnolotti e altri tipi di specialità. Una passione che, sorprendentemente, coinvolge soprattutto i giovani tra i 18-34 anni. La tendenza a preparare in casa la pasta è favorita anche dalla diffusione di farine speciali fatte con i grani antichi recuperati dagli agricoltori.

Molto apprezzata è poi la pasta 100% italiana, fatta con grano rigorosamente di origine nazionale, il cui consumo, secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea, è arrivato a rappresentare mediamente il 40% in volume e valore del totale acquistato nella grande distribuzione.

"Resta però insopportabile, e per certi aspetti inspiegabile, la forbice tra il prezzo pagato agli agricoltori per un chilo di grano e quando, effettivamente, le famiglia pagano per un chilo di pasta. In Toscana  -sottolinea Coldiretti- questa forbice, secondo i dati dell’Osservatorio dei Prezzi del Ministero del Made in Italy rilevati a settembre, può essere ampissima e può variare da un minimo di 0,96 euro nella provincia di Pistoia ad un massimo di 3,78 euro in maremma a fronte dei 32 centesimi al chilo riconosciuti agli agricoltori. Per contrastare questa distorsione, e garantire un livello di reddito giusti agli agricoltori, Coldiretti Toscana e Consorzi Agrari d’Italia puntano sui contratti di filiera che consentono già oggi ad un chilo di frumento su tre di essere acquistato da pastifici artigianali e dall’industria di trasformazione a prezzi concordati e sul nuovo progetto 'Cereale sicuro' fissando il prezzo di ritiro del progetto: questo consente agli agricoltori di pianificare al meglio la loro campagna colturale e garantire risultati certi e trasparenti già al momento della firma del contratto. Il tutto a vantaggio sempre degli agricoltori e dei consumatori".


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