Le parole del bosco di notte
di Chi mette al centro la persona - lunedì 28 marzo 2022 ore 08:00
Quando cammino nel bosco di notte scelgo di farmi accompagnare dalla luce della luna piena e da altre persone. Ci muoviamo in silenzio, lentamente e vicini.
La camminata consapevole è semplice ma non scontata, siamo abituati ad adattare il nostro respiro al movimento e non viceversa, diamo per scontato la terra sotto i nostri piedi, seguiamo i pensieri e fatichiamo a portare la mente nel corpo, in quello che succede nel momento presente.
La notte però ci chiede attenzione, la vista non è più il senso predominante, dobbiamo affidarci anche agli altri sensi per muoverci nel buio, tastare il terreno prima di appoggiare il piede perché potrebbe esserci un masso che sbilancia il nostro equilibrio. A volte la luna si nasconde nelle nuvole e attraversare un bosco di notte senza luce può farci sentire in pericolo, così amplifichiamo il nostro udito nel caso in cui un animale si presenti sulla nostra strada. Usiamo il tatto per afferrarci a un ramo se inciampiamo. La vicinanza, il gruppo, crea un senso di sicurezza, fiducia e solidarietà, quando perdiamo la strada o un cinghiale si mette sul nostro cammino.
Proseguiamo osservando sul sentiero le ombre che la luce della luna crea come fosse giorno, poggiamo i nostri piedi cercando di accarezzare la terra, cerchiamo di non fare troppo rumore, nella notte siamo ospiti di un luogo che si risveglia nella sua natura selvaggia. Come se si potesse svelare qualcosa che di giorno rimane segreto all’uomo. E noi siamo lì e sentiamo di avere un’immensa fortuna nel poter scovare la magia del bosco di notte.
Sul monte gli alberi guardano la città, sono spettatori e presenze che ci fanno sentire che facciamo parte del cosmo e della terra, quella parte che a volte dimentichiamo.
Ora ci inoltriamo ancora di più nel bosco fino a trovare una radura, ci sediamo in cerchio, chiudiamo gli occhi per goderci il silenzio e riaprendoli assistiamo all’arrivo delle lucciole, dapprima lontane, poi si avvicinano, sono tantissime e danzano intorno a noi. Uno spettacolo di luci lampeggianti. Ci prendiamo per mano e ci emozioniamo.
Camminare nel bosco di notte è una metafora dei momenti bui della nostra vita, quando sentiamo di aver perso la strada, quando il dolore si mostra nella forma più buia, quando sprofondiamo e incontriamo le nostre ombre che ci appaiono come mostri da cui temere e fuggire, quando perdiamo una persona cara e ci sentiamo senza bussola, quanto tutto ciò che pensavamo di conoscere si è frantumato, quando un evento sembra aver distrutto qualsiasi cosa, quando l’inconscio ci mostra ciò che temevamo di vedere.
E quando ti sembra che tutto sia temuto, non accendere la luce, prova a stare nel momento. Prova a camminare nella notte senza accendere la torcia, scopri delle risorse che non sapevi di avere. Impari a muoverti seguendo un radar interiore. Bisogna avere pazienza con noi stessi quando vogliamo risolvere tutto subito e velocemente. C’è una parte selvaggia dentro di noi che si risveglia camminando nel bosco di notte e che conosce che l’alba segue il momento più buio della notte.
Abbi fiducia, non siamo soli. Gli alberi ci accompagnano e il gruppo ti sostiene, ognuno con le sue capacità che diventano anche le tue quando scegliamo di rimanere connessi.
Camminando nel bosco di notte abbiamo incontrato una via di ciliegi selvatici, abbracciato una famiglia di abeti rossi, contemplato le bianche cortecce delle betulle, bevuto una calda tisana intorno a una quercia, ballato in un bosco di pini, sperimentato il portamento del cipresso, osservato vecchie e nuove generazioni tra le bacche di ginepro.
Riconosco e benedico con gratitudine i compagni di viaggio che in questi anni hanno condiviso con me le voci del bosco di notte.
Sara Tosi
Chi mette al centro la persona