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Attualità martedì 22 marzo 2016 ore 12:00

I beni estimati sono pubblici

"Trasformiamo le cave in miniere", Legambiente torna a parlare della legge regionale



MASSA — "E’ evidente – scrive Legambiente– che il riconoscimento della natura privatistica dei beni estimati appare improntato ad un approccio ristrettamente civilistico  che sembra ignorare il dibattito di quasi un secolo sulla questione. Gli studi dell’avvocato Cesare Piccioli e altri pareri illustri giungono a conclusioni opposte, riconoscendo i beni estimati come facenti parte del demanio pubblico. La sentenza sembra tener conto solo letteralmente anche del pronunciamento 488/95 della Corte Costituzionale che, se è pur vero che non ha trattato espressamente dei beni estimati, oltre a stabilire la natura degli agri marmiferi come beni indisponibili del Comune, ha riconosciuto la potestà pubblica dello Stato e dei Comuni di legiferare sulle cave superando anche le leggi estensi. Anche se le amministrazioni che si sono succedute, per loro insipienza o colpevole inerzia, non sono intervenute nei vari atti di passaggio di proprietà per rivendicare la propria titolarità della proprietà, questo non implica che beni demaniali possano diventare privati"

"La Regione – prosegue la nota di Legambiente – deve prendere una posizione chiara e inequivocabile, dimostrando una volta per tutte se ha a cuore i diritti dei cittadini. Se vuole veramente affermare la natura di “proprietà pubblica” delle cave può iscrivere i marmi nella categoria dei materiali di miniera. Nel 2014, purtroppo, non siamo stati ascoltati. Adesso lo si faccia! In secondo luogo il Comune deve procedere ad un’immediata ricognizione dei confini dei beni estimati al 1731. Siamo certi che l’estensione reale dei beni estimati corrisponda ad una parte minima di quelli attualmente rivendicati dai baroni del marmo".


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