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Attualità venerdì 09 aprile 2021 ore 12:18

"Ho due figli disabili e il vaccino è un miraggio"

vaccinazione covid

Madre, sindacalista, residente nella provincia apuana: lettera aperta al presidente della Regione per chiedere accesso alle vaccinazioni anti Covid



MASSA CARRARA — ''Siamo a metà aprile e il problema delle vaccinazioni nella Regione Toscana non è ancora stato risolto. Io abito in un paesino di poco più 10.000 abitanti nella provincia di Massa, e ho due figli disabili. Le vaccinazioni in questa regione sono state effettuate solo per la platea riferita a gli ultra ottantenni, ed effettuata presso gli studi ambulatoriali dei propri medici di base, mentre chi non ha facoltà di spostamenti deve chiamare la Asl di riferimento e concordare per il vaccino al proprio domicilio". Inizia così la lettera aperta che Il segretario tegionale comparto disabilità di Confael (la Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori), Sara Dalle Luche rivolge al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

Delle Luche rappresenta il proprio caso per affrontare il tema più generale dell'accessibilità al vaccino anti Covid per classi di cittadini deboli: "La situazione è invece assai diversa per le persone con disabilità o estremamente vulnerabili, in quanto bisogna fare domanda tramite il portale della Regione. Come specificato, essendo madre di due figli disabili, mi sono affrettata a eseguire la prenotazione sul portale, e dopo le difficoltà a procedere, alla fine del processo, ho scoperto che le dosi di vaccino per le persone disabili sono terminate''.

Secondo il sindacato ''è veramente scandaloso che oltre non esserci vaccini per le persone disabili, le persone anziane che hanno difficoltà a camminare debbano fare chilometri con il deambulatore, o chiedere supporto ad amici e parenti per farsi accompagnare ai centri vaccinali''. Inoltre, Dalle Luche espone una sottolineatura anche per l'opzione Riserva per chi a fine giornata si renda disponibile a essere chiamato in caso di rimanenze di siero: ''Tale opzione permette di essere chiamati con mezz’ora di preavviso, dalla fine dell’orario di somministrazione, se restano delle dosi non adoperate. Una cosa grottesca - afferma la sindacalista - in quanto puoi essere chiamato 30 minuti prima e devi recarti a una distanza che con mezz'ora non riesci a raggiungere''.

La sindacalista rivolge infine il suo appello a Giani 'Si parla tanto di abbattere le diversità delle persone diversamente abili con quelle cosiddette 'normodotate’, e poi anche in questa situazione di gravità affiorano tutte le disparità e criticità che da anni affliggono queste persone''.  


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