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Cronaca lunedì 16 maggio 2022 ore 10:37
Carte false e arraffano il reddito di cittadinanza
Chi ometteva di dichiarare i propri redditi, chi addirittura svolgeva attività d'impresa individuale senza dirlo. Indebita percezione per 300mila euro
MASSA-CARRARA — Chi ometteva di dichiarare i propri redditi, chi addirittura svolgeva attività d'impresa individuale senza dirlo: non sono che alcune delle carte false smascherate dalla guardia di finanza che ha finito per individuare in provincia di Massa-Carrara 29 percettori del reddito di cittadinanza privi di titolo, per un ammontare complessivo di circa 300mila euro di sussidio incamerato senza diritto.
Le indagini sono partite anche a seguito di segnalazioni pervenute dagli organi centrali e hanno portato i finanzieri del gruppo di Massa-Carrara e della tenenza di Aulla a effettuare numerosi controlli. Le irregolarità rilevate facevano riferimento ad autocertificazioni formalmente compilate in maniera corretta, ma informazioni non veritiere.
In 16 casi, riferisce la nota della guardia di finanza, è stata omessa l’indicazione di alcuni redditi percepiti che, se considerati, avrebbero comportato il superamento delle soglie massime previste per l’accesso al beneficio. Uno di questi ha dichiarato di non aver percepito redditi, quando in realtà era titolare di una ditta individuale che ometteva sistematicamente di presentare la dichiarazione dei redditi. A seguito di una verifica fiscale della sua posizione, è così emerso che aveva nascosto al fisco redditi imponibili oltre 200mila euro.
Due richiedenti stranieri, invece, hanno indicato di risiedere in Italia da almeno 10 anni, requisito minimo necessario per ottenere il contributo, ma non era così. Per altri percettori sono state rilevate incongruenze relative alla composizione del nucleo familiare: madre e figlio conviventi, in un caso, omettendo di indicare tutti i componenti del nucleo familiare erano riusciti a ottenere due distinti contributi, in violazione del requisito dell’unicità del beneficio per ogni famiglia.
I soggetti sono stati segnalati in procura per valutare la sussistenza dei presupposti per l’esercizio dell’azione penale, nonché all’Inps per l’immediata sospensione dell’erogazione del contributo e per il recupero degli importi indebitamente percepiti.
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