Attualità lunedì 12 luglio 2021 ore 08:55
In strada il pericolo corre coi cinghiali
Gli agricoltori hanno stilato un elenco delle strade in cui il rischio di incidente generato dalla presenza di ungulati è maggiore. Eccole
MASSA-CARRARA — La statale per il Cerreto, la provinciale 35 per Filattiera-Mulazzo, la provinciale 60 per Moncigoli e la via comunale di Corneda tra Tresana ed Aulla e la strada per la Foce sono le strade a più alta pericolosità dove gli automobilisti hanno più probabilità di incontrare un cinghiale: a dirlo è un’analisi di Coldiretti sulla base della segnalazione degli agricoltori in provincia di Massa Carrara all’indomani del flashmob che si è tenuto in piazza Duomo a Firenze al motto #bastacinghiali.
"Coldiretti è stata costretta a scendere di nuovo in piazza per difendere agricoltori e cittadini dall’assedio dei cinghiali che distruggono leproduzioni alimentari, devastano raccolti, assediano campi - spiega l'associazione in una nota - causano incidenti stradali con morti e feriti e si spingono fino all’interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone".
In piazza al fianco di Coldiretti anche il Comune di Licciana Nardi rappresentato dal consigliere Damiano Polloni. Con l’emergenza Covid-19 che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto, la presenza dei cinghiali nelle città e nelle campagna è aumentata del 15%. I cinghiali sono la causa di 1 incidente ogni 48 ore. Negli ultimi 10 anni il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali secondo la stima Coldiretti su dati Aci Istat.
“La riparazione delle recinzioni danneggiate o l'installazione provvisoria di reti elettrificate servono a poco o a nulla – spiega Vincenzo Tongiani di Coldiretti – mentre l’impatto ad alta velocità di un’auto o di una moto contro la massa di un cinghiale adulto può avere conseguenze devastanti e drammatiche per conducenti e passeggeri. Quelle dell’alba e del crepuscolo sono le ore più a rischio, con i branchi di cinghiali che si muovono razziando cibo nelle periferie urbane o distruggendo campi e colture, riuscendo a percorrere fino a 40 chilometri alla volta. Nella nostra provincia sono diverse le situazioni a forte pericolosità che abbiamo segnalato. Non può essere solo una questione di fortuna”.
Coldiretti Massa Carrara chiede che le Regione, che ha già autorizzato l’intervento diretto degli agricoltori con il coordinamento della Polizia provinciale, faccia pressing in Conferenza Stato Regioni, per una necessaria modifica della norma statale volta a semplificare e rafforzare gli interventi di controllo e contenimento della specie.
"Un impegno da adottare a livello regionale per regolamentare l’attività di prelievo venatorio - incalza Coldiretti -. Gli agricoltori vengano coadiuvati dalle stesse forze dell’ordine, da guardie venatorie volontarie ma possano delegare le attività a cacciatori abilitati iscritti all’apposito registro regionale; il calendario venatorio venga allargato fino a comprendere i mesi che vanno da settembre a gennaio; che la regia complessiva di tali azioni di contenimento e prelievo sia affidata al Prefetto in quanto “competente e per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza".
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