Attualità lunedì 06 dicembre 2021 ore 11:10
"Per la zona industriale serve un piano condiviso"
La richiesta arriva dagli artigiani massesi che invitano l'amministrazione comunale a non procedere autonomamente a colpi di variante
MASSA — "Per la zona industriale di Massa serve un piano condiviso, perciò chiediamo al sindaco di iniziare un percorso di pianificazione che coinvolga gli attori dell'economia territoriale": è il sostanza questa la richiesta che arriva da Confartigianato Massa Carrara con le parole del suo presidente Sergio Chericoni.
La posizione degli artigiani è che "la visione della città, gli indirizzi e gli obiettivi di sviluppo sono una prerogativa della politica e devono derivare da una programmazione strategica a medio e lungo termine che non può essere declinata a colpi di variante. Soprattutto se si vanno a mangiare spazi per il tessuto artigianale, produttivo e industriale".
Il futuro della zona industriale apuana è un tema nevralgico e delicato per lo sviluppo d'area, soprattutto in un periodo in cui la pandemia impone una profonda trasformazione sistemica. Con scenari non solo negativi, tenendo conto dell'impatto che potranno avere le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma certo poco prevedibili.
"Un importante banco di prova potrebbe essere l’asta immobiliare che sta provando Sviluppo Toscana per la cessione di alcuni capannoni e della sede ex Bic in via Dorsale - ipotizza Chericoni - un termometro che misurerà l’appetibilità economica di Massa Carrara. Tuttavia privarci oggi delle poche aree industriali disponibili è a nostro avviso un gioco a perdere, peraltro in una posizione così strategica all’uscita dell’autostrada di Massa".
"Capiamo che la proposta avanzata da una grande azienda del commercio all’ingrosso sia allettante e possa dare una parziale risposta al degrado di quegli spazi, ma non possiamo confondere l’interesse particolare con quello generale", prosegue.
L'esame di Confartigianato passa subito alla messa a terra: "E' in atto un processo di reindustrializzazione delle aree ex Dalmine da parte del comparto della nautica che sta investendo milioni di euro. Pensiamo ad esempio alla San Lorenzo che ha acquistato pochi mesi fa i capannoni dell’area ex Barsanti per oltre 24mila metri quadrati. Un settore in grande sviluppo e che in futuro potrebbe avere un’ulteriore accelerata visto che nel nuovo documento di pianificazione strategica del porto di Carrara è prevista la realizzazione del travel lift che consentirebbe uno sbocco a mare per l’intera filiera nautica che potrebbe essere interessata a utilizzare anche quegli spazi che oggi si prova a destinare al commercio all’ingrosso”.
L'appello è a "mettere un freno perché si rischia di andare a disegnare il futuro della città a colpi di variante" e a "iniziare a lavorare al Piano strutturale sin da subito andando ad ascoltare quelle che sono tutte le proposte che possono arrivare dalla città, comprese quelle che oggi sono delle varianti. Un percorso partecipato e condiviso - chiede Chericoni che porti a risolvere i problemi del passato e a disegnare le strategie di sviluppo da applicare poi nel dettaglio con i prossimi Piani operativi".
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