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Attualità sabato 17 febbraio 2024 ore 13:30

Valorizzare il caregiver familiare, Toscana verso una nuova legge

mani nelle mani

Nel sistema di welfare chi si prende cura di un non autosufficiente in ambito domestico rappresenta un tassello fondamentale. Un'iniziativa di sosegno



FIRENZE — Promuovere, valorizzare, sostenere la figura del caregiver familiare, cioè della persona che, nell’ambito domestico, si prende cura di un familiare o di un convivente non autosufficiente: è questa la finalità della proposta di legge approvata dalla giunta regionale su proposta dell’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli.

L'iniziativa legislativa, che ora passerà all’esame del Consiglio regionale, vuole introdurre principi chiave per il riconoscimento del ruolo del caregiver familiare in Toscana, ritenendolo una figura di fondamentale importanza all’interno della rete del sistema di welfare.

Nell’articolato, infatti, viene evidenziato il ruolo del caregiver familiare quale componente informale della rete di assistenza che ruota intorno alla persona, coinvolto a pieno titolo nel sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari.

In quest’ottica, la proposta di legge supporta l’attività assicurata dal caregiver e la integra con gli interventi realizzati dalle Asl, dalle zone distretto e dalle società della salute.

Inoltre, si prevede la possibilità per il caregiver di ricorrere al servizio di supporto psicologico assicurato dal Centro di ascolto regionale: è fondamentale infatti per chi assiste, poter mantenere il proprio benessere ed equilibrio personale nel prestare aiuto al proprio familiare. A questo scopo è destinato anche un finanziamento di 225mila euro per il prossimo triennio.

"Questa proposta di legge – evidenzia il presidente della Regione Eugenio Giani - ha innanzitutto la finalità di inquadrare nella normativa regionale, in particolare nel rapporto con la rete dei servizi sociosanitari, una figura che in tante famiglie svolge un compito prezioso e difficile e lo fa in maniera gratuita e volontaria”.

“Questa iniziativa - sono parole dell'assessora Spinelli - rappresenta un passaggio importante per far sì che questa figura, decisiva per la qualità di vita e il benessere della persona assistita, possa svolgere al meglio i suoi compiti, potendo contare sul supporto di tutti i soggetti sociali, sanitari e socio-sanitari con cui si trova a interagire. Inoltre, visto il notevole carico psicologico e umano che il caregiver molto spesso affronta, la legge vuole sostenerlo anche rafforzando le attività di supporto psicologico del Centro di ascolto regionale”.

Caregiver familiare: ecco chi è

Con tale termine si individua la persona che si prende cura di un proprio congiunto non autosufficiente, del quale si occupa in un ambito domestico, in modo volontario e gratuito. 

E’ in genere un familiare di riferimento per la persona che necessita di assistenza e si distingue dal caregiver professionale, rappresentato da un assistente che svolge per lavoro la propria attività.

Il caregiver familiare svolge i seguenti compiti:

  • assiste e si prende cura della persona con disabilità e non autosufficiente, in modo continuativo, garantendole la permanenza al domicilio e il mantenimento delle relazioni affettive
  • aiuta la persona assistita nel disbrigo delle pratiche amministrative, rapportandosi ed integrandosi con gli operatori del sistema dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari professionali

Il Centro di ascolto regionale

Il Centro di ascolto regionale fornisce al caregiver familiare un servizio telefonico di informazione ed orientamento sui servizi sociali e sanitari presenti sul territorio ed un supporto psicologico individuale necessario per mantenere il benessere e l’equilibrio personale nel prestare assistenza al proprio familiare.

L’organizzazione e la gestione del Centro ricade tra le competenze dell’Ispro, l'Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica.

I report periodici di attività elaborati dal Centro evidenziano nel biennio 2022 - 2023 la gestione di circa 400 segnalazioni con richiesta, per 160 casi, anche di supporto psicologico.


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