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Il rapper Salmo libera in mare l'aragosta ordinata al ristorante: «Mi ha guardato negli occhi e non sono riuscito a mangiarla»
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Attualità giovedì 28 aprile 2016 ore 13:15
Cavatori in marcia sul marmo insanguinato
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Manifestazione a Seravezza nel giorno dello sciopero nazionale del comparto dopo la tragedia di Colonnata in cui due lavoratori persero la vita
SERAVEZZA — Uno striscione con scritto 'Basta morti sul lavoro!'. Era questa la testa del corteo di cavatori che hanno sfilato nelle vie di Seravezza nel giorno dello stop indetto a livello nazionale per il comparto del marmo. Tutti avevano la fascia da lutto al braccio. Uno sciopero di otto ore indetto dalle segreterie nazionali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Toscana già all'indomani della tragedia del 14 aprile in cui morirono due cavatori e un terzo si salvò nel crollo all'interno della cava Antonioli del bacino di Gioia a Colonnata.
Poi una riunione al teatro delle Scuderie Medicee per ricordare tutti i morti sul lavoro e scrivere un documento preliminare all'incontro in programma a Firenze con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “Nell'applicazione della legge Regionale sulle cave e del Piano paesaggistico - recita il documento - siamo convinti che debba essere attribuita maggiore attenzione al tema sicurezza come elemento qualificante e selettivo".
Sono state 5 le vittime in totale negli ultimi otto mesi per infortuni. Ammonta a 29, invece, il dato italiano in sei anni. Una "strage di lavoratori", la definiscono i sindacati in una nota congiunta. "Siamo convinti - spiegano - che intervenendo con più controlli, collegando concessioni e autorizzazioni al rispetto delle norme sulla sicurezza, possiamo invertire questo triste primato".
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