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Attualità giovedì 01 aprile 2021 ore 08:59

Per il Candia un viticoltore con le ruote

Il trattore robot all'opera
Il trattore robot all'opera

E' un trattore-robot il nuovo strumento messo all'opera sui ripidi pendii e gli stretti filari dove con viticoltura eroica si produce la Doc apuana



MASSA — La tecnologia in aiuto della viticoltura eroica con un robot: caratterizzata da grandi pendenze e filari stretti, a volte strettissimi, che fino ad oggi non hanno consentito l’impiego di macchine e mezzi meccanici per le diverse fasi colturali, per la viticoltura eroica del Candia dei Colli Apuani Doc la svolta potrebbe essere in un trattore-robot chiamato Vitrac. 

Agile e maneggevole in ogni situazione, il trattore-robot potrebbe facilitare i viticoltori in molte di quelle operazioni come la fresa dei terreni che oggi avviene a con piccoli motozappa se non a mano, lo sfalcio di pareti e poggi ed in altre mansioni fino alla possibilità di mappature in tempo reale. Già impiegato in molte realtà vitivinicole italiane dove vigna fa rima con pendenza, il trattore-robot è stato messo all’opera negli scorsi giorni sui ripidi pendii del Candia. L’iniziativa è stata promossa dal Consorzio di Tutela del Candia dei Colli Apuani su coordinamento del vice presidente, Lorenzo Gianni. 

“Anche la nostra viticoltura è chiamata a fare un altro passo in avanti in chiave tecnologica. – commenta Fabrizio Bondielli, presidente del Consorzio di tutela – .Oggi lavoriamo queste terre a mani nude e con pochi attrezzi con grandi fatiche e soprattutto anche con rischi. La viticoltura eroica è la più impegnativa al mondo. Il nostro vino è unico proprio perché nasce in condizioni estreme laddove l’uomo è ancora indispensabile e non è sostituibile dalle macchina, ma dove l’innovazione può sicuramente portare dei vantaggi in termini di sicurezza, programmazione e riduzione dei tempi. Anche per una piccola realtà come la nostra, dove più dei numeri conta la qualità, dobbiamo iniziare a guardare con curiosità tutto ciò che l’innovazione ci mette a disposizione senza però perdere la nostra identità e mantenendo ben saldo quello che è il valore aggiunto della nostra viticoltura”. 


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