La Repubblica fondata sull'Utile Idiota
di Franco Bonciani - martedì 27 febbraio 2018 ore 15:14
Di questa campagna elettorale per le politiche 2018 la cosa che più mi rallegra è che fra pochi giorni sarà finita.
Credo che non resterà alla storia per idee e personaggi che profumino di novità e brillantezza: non ho memoria di un panorama politico così avvilente come quello attuale. E' una constatazione banale, non mi piace fare l'apocalittico, ma il quadro, davvero, è parecchio scadente.
Evito battute su schieramenti e candidati, siamo agli sgoccioli e parecchi commenti sono stati fatti, da tifosi di parte e osservatori più o meno neutrali, fra insulti di ogni genere e gravi cadute di stile. Gente che sostiene con improbabile candore l'esatto contrario di cose dette con convinzione poco tempo fa.
Sono curioso di vedere cosa succederà dal 5 marzo, chi avrà vinto (poi ci sono quelli del "non abbiamo perso", cioè tutti...), se ci sarà la speranza di avere un governo apprezzabile.
Mi lancio in una previsione: trionfo dell'astensionismo, il governo nascerà all'insegna dell'emergenza, con divieti incrociati fra schieramenti che, al grido di "è colpa sua!", non faranno mantenere le promesse di questa campagna elettorale (e non è detto che sia un male...).
Rimpiangeremo Berlinguer e Moro, Pertini e Andreotti, Craxi e Pannella. Forse anche Scilipoti, alla fine. Perché l'aspetto più evidente delle ultime vicende politiche è che il livello è sceso così in basso ma così in basso che, una volta raschiato il fondo del barile, siamo a scavare sotto il barile stesso.
Come mai? Provo a dire la mia.
Nell'imprenditoria, se voglio avere successo, mi devo scegliere i migliori collaboratori disponibili. Che siano ingegneri o architetti, operai o muratori, artigiani o medici, allenatori o avvocati, se miro alla qualità ed allo sviluppo di un progetto o di un prodotto mi devo avvalere delle migliori professionalità. Non credo che Steve Jobs si scegliesse dei collaboratori mediocri per timore che qualcuno prendesse il suo posto alla Apple.
Nello sport, se voglio una squadra di successo, devo scegliere tecnici all'altezza e andare sempre alla ricerca di nuovi talenti, pensando a promuovere i giovani, fargli fare esperienze, pensare al ricambio generazionale. Se non lo faccio, se mi limito ad amministrare e conservare l'esistente, non do spazio ai nuovi atleti e non programmo il futuro, poi faccio la fine della nazionale di calcio e del campionato italiano, zeppo di anziani spesso mediocri.
Nel mondo della politica vige la regola di scegliersi collaboratori che ognuno crede siano un po' peggio di lui, non sia mai che un giorno avessero da rubargli il posto.
Ad ogni livello, nazionale, regionale e giù giù a scendere, i "leader" si circondano di gente che non possa creare problemi in futuro, che si pensa grata e fedele, innocua. E, scava scava, si arriva al quadro attuale: quegli stessi personaggi scrivono e firmano leggi, magari diventano sindaci, assessori, addirittura ministri.
Finirà che dovremo cambiare l'articolo uno della Costituzione: l'Italia è una repubblica democratica fondata sull'Utile Idiota.
Buon voto a tutti!
Franco Bonciani