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Attualità mercoledì 31 marzo 2021 ore 13:44

La moda al collasso lancia un sos

abbigliamento

Abbigliamento e calzature sventolano bandiera bianca e si dichiarano stremati dalla crisi innescata dal Covid. Per questo chiedono ristori subito



MASSA CARRARA / LUCCA — “Ristori immediati e massicci per una categoria che è allo stremo delle forze”: la richiesta forte e accalorata arriva da Federico Lanza, presidente interprovinciale di Federmoda Confcommercio Lucca e Massa Carrara, all’indomani della nuova chiusura dei negozi di abbigliamento e calzature indotta dall'ingresso della Toscana in zona rossa. “Da 13 mesi, da quando cioè è esplosa l’emergenza sanitaria - sottolinea Lanza - il nostro comparto ha lavorato a pieno ritmo un solo mese: ottobre. Gli altri 12 mesi, fra chiusure e altre restrizioni di vario genere, o non abbiamo potuto lavorare oppure lo abbiamo fatto a scarto ridotto". 

"Anche la scorsa estate - ricorda - mentre c’erano settori che hanno avuto la possibilità di riprendere a lavorare a pieno regime, il nostro settore non ha potuto approfittarne perché quello è un periodo di saldi, dove il margine di guadagno è minimo. Il nostro, insomma, è uno dei comparti oggettivamente più colpiti dalle ricadute economiche della pandemia. E nessuno può negarlo”. 

La moda dunque è al collasso e non ne può più: “Ci è stato chiesto di mettere in regola le nostre attività – prosegue Lanza -, calibrandole sulle vigenti normative anti Covid. E lo abbiamo fatto. Nonostante questo, a dispetto di questo impegno che ha reso e rende i nostri negozi pienamente sicuri, ancora una volta ci hanno fatto chiudere. Noi e poche altre categorie commerciali. Mentre nelle vie e nelle piazze delle nostre città, a dispetto delle restrizioni che sembrano valere solo per alcuni, continuano a registrarsi assembramenti incontrollati. Bene, il Governo ha l’obbligo a questo punto di erogare ristori e sostegni immediati e robusti”. 

“Altra richiesta urgente e non più rimandabile – prosegue Lanza – è quella di una moratoria sugli affitti per i fondi commerciali rimasti chiusi. Non è più sopportabile che, a oltre un anno dall’inizio della pandemia, ci si debba ancora affidare al buonsenso e all’intelligenza dei locatori per trovare un accordo".


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