Questo sito contribuisce alla audience di 
QUI quotidiano online.  
Percorso semplificato Aggiornato alle 19:00 METEO:MASSA CARRARA17°22°  QuiNews.net
Qui News massacarrara, Cronaca, Sport, Notizie Locali massacarrara
martedì 15 ottobre 2024

STORIE DI ORDINARIA UMANITÀ — il Blog di Nicolò Stella

Nicolò Stella

Nato in Sicilia si è trasferito a Pontedera a 26 anni e ha diretto la Stazione Carabinieri per 27 anni. Per sei anni ha svolto la funzione di pubblico ministero d’udienza presso la sezione distaccata di Pontedera del Tribunale di Pisa. Ora fa il nonno e si dedica alla lettura dei libri che non ha avuto tempo di leggere in questi anni.

​Victoria e le altre

di Nicolò Stella - giovedì 24 novembre 2022 ore 09:00

Victoria Osagie è stata uccisa a 34 anni dal marito, nel tardo pomeriggio del 16 gennaio 2021. E’ stata aggredita in casa davanti ai suoi tre bambini. Victoria subiva da qualche tempo violenza, l’avevano udita i vicini e avevano informato gli amici. Lo sapevano anche i servizi sociali. Dicono che non hanno potuto far nulla perché non aveva voluto formalizzare la denuncia.

Mirko Farci, studente di 19 anni, ucciso all’alba di un giorno feriale nel maggio dell’anno scorso, dal compagno della madre. Aveva tentato di difenderla dall’aggressione.

Eunice Itua è stata uccisa lungo una strada vicino a Livorno, a Pasqua del 2008. Aveva 27 anni, viveva a Pontedera e hanno scritto che faceva la prostituta.

Valentina morì il 24 luglio 2010 a 19 anni, impiccata in una Villa di Adrano (CT). Per le forze dell’ordine era suicidio. I genitori contrastarono questa versione per undici lunghi anni. Il 28 gennaio 2022 la Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna per un uomo con cui aveva intrattenuto una relazione, ormai diventata scomoda per lui. Valentina gli aveva rivelato di essere incinta (non era vero), per spingerlo a lasciare la moglie.

Paola accoltellata a morte dal marito, che poi s’impicca. Il figlio aveva provato a divederli. La coppia si stava separando ma ogni mattina l’uomo tornava nella casa di famiglia per fare colazione. Il ragazzo ha portato la madre in ospedale, dove è giunta morta.

Nel 2022, solo in Italia, le vittime dei “femminicidi”, sono state 49, e mentre scrivo la lista si allunga. L’anno precedente sono stati 61, e ancora prima 65.

A quanto pare qualcosa non è messa al punto giusto. Quest’anno la lista si apre con la morte per percosse di Nadia Bergamini, settantenne di Latina. Uccisa da un vicino di casa. Il 17 novembre due cinesi che si prostituivano a Roma, sono state trovate morte. L’autore è stato subito identificato dalle forze dell’ordine. Si è appreso dopo, che lo stesso uomo, poco lontano dal primo duplice omicidio, aveva ucciso una terza persona Martha Castano Torres, originaria della Colombia. 

A quanto pare le riforme del codice rosa (da fragile) poi divenuto codice rosso (da sangue?) sono servite a poco e a niente. Le nuove procedure del “codice rosso” hanno fatto entrare tutti casi in una vorticosa e articolata routine burocratica. Gli ufficiali di polizia giudiziaria sono costretti ad agire con la massima celerità informando il pubblico ministero che, assunta la direzione dell’indagine, decide la linea da seguire delegando la stessa polizia giudiziaria, e imponendo un periodo massimo per completarla. In questa procedura convulsa, agli agenti che operano sul territorio non è data alcuna autonomia e discrezionalità per scindere il caso urgente dal caso meno urgente e, diventando tutto urgente, diviene tutto ordinario.

Pontedera non è rimasta immune a questo fenomeno che una volta era chiamato uxoricidio e poi, con il tempo mediaticamente cambiato, con un pessimo neologismo in “femminicidio”. In questo “blog” ne ho parlato in “Un femminicidio pontederese” del 6 febbraio 2021. Proprio perché il fenomeno è rimasto lontano dal nostro territorio non bisogna abbassare la guardia, occorre rilanciare l’interesse proponendo la nascita di nuovi centri antiviolenza anche nella provincia, visto che i due esistenti sono localizzati solo su Pisa. 

Non si deve aspettare il 25 novembre per andare sui giornali, o in televisione, proclamando il proprio dolore, inaugurando soltanto panchine verniciate di rosso. Per contrastare il fenomeno non bastano più le celebrazioni, serve un presidio costante delle istituzioni, con i Comuni in prima fila con la prevenzione e l’immediata presa in carico della donna e dei suoi figli, questi quasi sempre, in tenera età.

Nicolò Stella

Articoli dal Blog “Storie di ordinaria umanità” di Nicolò Stella