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martedì 19 marzo 2024

LEGAMI D'AMORE — il Blog di Malena ...

Malena ...

Sono nata in un paese straniero e provengo da una famiglia italiana. Fin da giovane le persone si sono sempre confidate con me: donne, giovani, figlie, nipoti, sorelle, comari, amici. Restavano ore a raccontarmi le loro storie e i sentimenti provati durante i loro vissuti. L'argomento più chiacchierato è l'amore in tutte le sue sfaccettature e ho deciso pertanto di parlarne affinché si possa trarre spunto per riflettere sulla differenza di genere.

La prima volta

di Malena ... - sabato 25 agosto 2018 ore 09:08

Rosita ha ancora le trecce e l’ingenuità trasparente negli occhi di gatta dei suoi sedici anni, ma possiede già il corpo di donna, ben fatto, invitante, perfetto da tutti i punti di vista ed è pronta perciò ad affrontare l’amore perché la natura adesso vuol vedere i frutti del suo operato. 

Gli uomini che incontra per strada, la mangiano con gli occhi della cupidigia e la vorrebbero nel loro letto. Lei sente il desiderio del maschio come pure il richiamo allettante del cogliere il frutto che è quasi maturo, ma ha paura come quando il bambino ancora allattato al seno, per crescere bene, deve diversificare la propria alimentazione. Ha dentro l’ambivalenza contrastante del lanciarsi in picchiata come fa il falco quando vede la preda e dal ritirarsi come fa la tartaruga, quando l’estraneo si avvicina e la spaventa. 

L’uggia indefinita la solletica a divagare sul come, quando e con chi adempiere al dovere di porre fine alla sua verginità perché lo vuole, perché le amiche lo fanno e perché prima o poi dovrà succedere. Spinge la forza del desiderio lambendo l’attesa per renderla penetrante, formidabile, pressante, non sotto valutabile in agguato nel profondo del ventre per aspettare semplicemente il momento buono con il quale dar sfogo al bisogno di esprimere la sua femminilità. 

Accade così che a giocare con le bambole ci si stufa e si vuol salire a cogliere la rosa più bella del giardino quella rimasta nel punto più lontano e irraggiungibile e la fatica del diventare donna è pesante ma è questo che vuole la bimba, la femmina. Adesso è il momento!. L’uomo che riuscirà a far di lei una donna si chiama Dario. Bello, dagli occhi vivaci azzurro chiaro, capelli neri dal ricciolo sfatto lunghi fin sopra le spalle. Si conoscono in discoteca fra il rumore infernale e assordante che rimbomba nelle orecchie e impedisce ai due di parlare ma non di far scoccare la scintilla dell’interesse reciproco. 

Sono bastate due parole e un bacio a fior di labbra che hanno fatto cadere Rosita tra le braccia di Dario. Non si pensa mai, quando si è trascinati dalla passione, al domani, al dopo, al poi, ma ci si lascia solo guidare dall’istinto che sconfigge tutto. Lui le dice ti amo, in macchina, appena usciti dalla discoteca, ma non è vero. Lei spera nel futuro, quando schiude le labbra per farsi baciare. Dario cerca la pelle di lei con l’avidità dell’affamato che digiuna da giorni. Rosita prova l’ebbrezza della carezza sulla sua rosa quando scosta le gambe per permettere all’uomo di disossare il terreno, nell’intento di amarlo successivamente, con calma. Si sente rimescolare il sangue nelle vene, traboccare il cuore di emozione per aver provato quelle strane sensazioni dovute la lavorio del maschio poco più esperto di lei, che non molla la presa. 

E’ notte fonda quando ancora svegli, nell’abitacolo dell’automobile in un luogo appartato Rosita si perde tra le braccia dell’uomo che le sta rubando il cuore e che lo terrà stretto a se per parecchio tempo ma per ora lei non lo sa. Lui la vuole e l’avrebbe presa seduta stante ma si blocca al dire di lei: “Dario… sono ancora vergine!”. Si immobilizza, si irrigidisce come se gli avessero dato uno schiaffo e Rosita è salva per quella sera, perché gli occhi del maschio si trasformano in quelli dell’uomo dolce e comprensivo che capisce l’importanza di un evento del genere nella vita di una donna e dice: “Nooo… perché non me lo hai detto subito…”. La scosta da se con delicatezza come se temesse di romperla per la fragilità e la riaccompagna a casa. 

Da quel giorno i due stanno ufficialmente insieme. Le effusioni profuse mai centrate al solo scopo di materializzarsi in un giacere sul letto per porre fine all’ingenuità di lei si dilungano nel tempo che partecipa benevolo nel far sì che i piccoli dubbi di Rosita pian piano si dissolvano. Dario ama tutto della sua ragazza, il suo modi di ridere, quella femminilità impossibile da nascondere perché prorompente, la sua esuberanza, quel far credere di sapere tutto mentre è ancora agli albori della vita e la segue in tutte le sue imprese. 

E’ un delitto premeditato il suo perché studia i dettagli, configura l’ambiente nel quale vuole compiere il “fatto”, predispone se stesso e la donna, rendendola partecipe delle sue reali intenzioni, quando egli le comunica di aver trovato in prestito la casa in campagna di un suo amico. Si prepara l’esito futuro organizzando il giorno e l’ora, così i corpi hanno tutto il tempo e il modo di essere consapevoli di quanto sta per accadere se le rispettive menti li lasciano fare. I dubbi di entrambi non si scostano poi molto l’uno dall’altro quando la chiave che apre la serratura della dimora con mano tremante e il cuore in tumulto. Poi finalmente la casa in penombra li accoglie. 

Non sembra partecipe dell’eventualità che la rende protagonista e appare indifferente ai due ragazzini che sembrano in realtà due bambini, quando di nascosto, tramano qualcosa senza il consenso dei genitori. E’ lo stesso silenzio quello che li accompagna nella camera matrimoniale dei grandi, quel medesimo far piano che da sempre insospettisce la mamma, quando va a controllare come mai i bambini non si sentono ma qui adesso non c’è nessuno per impedire le marachelle. Ci sono solo due corpi adolescenti che si spogliano piano per compiere un peccato che non lo è perché adesso si vogliono bene, si amano e desiderano suggellare l’intenso istante che da vita al sapere. 

Non si sente una ragazza seria colei che inciampa sulla passione per un bicchiere di felicità, ma scaccia l’idea dicendo a sé stessa, dopo si vedrà, perché sopraffatta dalla bramosia di avere il corpo di lui tutto per se. Nascondono i due la verità, uno ponendo una falsa esperienza su un piano sbagliato perché non l’ha, l’altra immaginandosi donna incurante del terrore che adesso si impadronisce di lei, quando dopo baci e carezze infuocate, l’attimo è più vicino di mai. 

Tutto è pronto, lo è da tempo. L’intimità di lei strepita simile al sentire dell’astronauta quando la sua navicella spaziale, in mancanza di forza di gravità, galleggia e fluttua nell’aria, rimanendo sospesa nella sua stessa ansia. Applaude la platea ancor prima della conclusione dell’atto finale, quando con un colpo di scena il protagonista della tragedia, forza la scena e fa una battuta importante con la massima delicatezza, ma senza farsi per questo prendere dall’emozione e affonda la voce dell’anima dicendole ti amo insieme alla massa che comprime quel velo sottile che resiste come può e finché può per cedergli il passo nel secondo atto. 

Dura poco la commedia perché preso dal panico del debuttante lo spettacolo non può continuare perché l’attore si ferma, cade sulla sua stessa battuta e così cala il sipario prima del previsto senza dar vita all’atto finale deludendo un poco Rosita. Perspicace il serpente risolleva la cosa per mordere ancora e riprende il cammino del suo predecessore animato da ora in più di nuova linfa vitale. 

Passa la paura, si scambia l’ansia con il piacere, si trasforma il male nel ristoro del corpo che raggiunge il massimo consentito dalla circostanza, esponendo in primo piano il raggiungimento di un estasi estrema, mai provata prima dalla bambina che giace al di sotto dell’uomo. Fine della storia

Malena ...

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