Razzisti
di Libero Venturi - domenica 16 giugno 2019 ore 12:30
Razzisti noi? Badi come parla.
Non lei personalmente, magari, ma ciò che dite sì, gli somiglia parecchio al razzismo... Prima gli italiani, ad esempio?
Prima gli italiani vuol dire che amiamo la patria, mica che siamo razzisti, tuttalpiù saremo nazionalisti. E che sarà mai! Due guerre mondiali, causate dai conflitti tra le nazioni? Ma quelli erano altri tempi, è roba del passato, morta e sepolta. Sono solo le vostre paure. Nel passato non c’è futuro, caro lei! Dicono il fascismo, ma anche il fascismo è morto e sepolto, ormai.
Tanto sepolto non pare, lei era fascista? Cosa pensa del fascismo?
Fascismo, antifascismo, lasci stare che alla gente queste cose non gli interessano, non ci si mangia mica con l’antifascismo... La resistenza? C’è quella della luce, è una battuta. E il comunismo allora? Che poi oggi si dice “sovranisti”, che male c’è ad essere sovranisti, mezzi Stati d’Europa lo sono. E poi l’Europa, meglio perderla che trovarla... Tutti contro di noi e, con la scusa che siamo sul mare, ci lasciano i barconi dei richiedenti asilo, così ci becchiamo profughi, clandestini e altri mangiapane a ufo che non ce n’è più neanche per noi, di pane, e non si arriva a fine mese. E poi ci portano via il lavoro, al nero, è una battuta. E le case popolari che quelli della sinistra, i cattolici benpensanti con questo papa comunista, le danno solo a loro. I soliti noti, neri e stranieri. Prima agli italiani invece! Non siamo in Italia? E allora! E se non gli sta bene se ne tornassero a casa sua, anzi ce li rispediamo noi. Che qui spacciano, pisciano per la strada, chiedono soldi ai parcheggi, nemmeno fossimo a Napoli o in Terronia e portano delinquenti e puttane. E la sera tutti quei neri sulle panchine che se non ridono non si vedono nemmeno, è una battuta. Sono troppi! In piazza della Stazione lei ce la manderebbe la su’ figliola? Io no di certo. Sicurezza ci vole, perdio! Vogliono diritti? Doveri, altro che diritti, ci vorrebbero!
Ma le città e i Paesi non è così che crescono in un mondo nuovo? Non ci vuole solidarietà e unione? Ci sono paesi poveri che hanno una forte crescita demografica e paesi più ricchi a natalità zero. E poi ci sono guerre, carestie, desertificazione dei suoli...
Ora non mi venga a fare il predicozzo morale. Prima cosa quella gente va aiutata a casa sua, lo dicono tutti ormai e poi quale fenomeno migratorio? Vengono qui perché gli date ospitalità, casa, lavoro, soldi e agli italiani poveri, ai disoccupati niente! Lo pensano perfino i comunisti sovranisti. Ma è finita la pacchia..
Quale pacchia? Muoiono in mare, madri e bambini, navigano giorni e giorni perché gli vengono preclusi i porti.
Quella è colpa dei trafficanti, degli scafisti e delle navi delle ONG straniere che ci fanno affari, mica nostra. E i campi profughi, le baraccopoli. La ruspa ci vorrebbe! Altro che ospitalità, come nei campi degli zingari, sinti, rom, tutti stranieri...
Ecco che scatta la xenofobia...
Ma noi non siamo xenofobi. Che parole! Xenofobo è un’offesa.
Viene dal greco xenos, straniero e phobos, paura.
Lo so, l’ho googlato. Roba da fighetti intellettuali che si danno aria usando paroloni, ma parlate come si mangia! Bastava dire “contro gli stranieri”. E noi non siamo contro gli stranieri, siamo solo per gli italiani. È diverso. Si credono che noi siamo ignoranti, ma noi abbiamo studiato come loro e più di loro, i compagni. E siamo anche più sensibili di loro, stiamo fra la povera gente, noi, nei quartieri popolari che sono diventati dei ghetti, ormai, che questa città fa schifo perché l’hanno rovinata. Quindici in un appartamento solo e tutti clandestini. Controlli zero. Glieli affittiamo noi italiani? Che vuol dire. Quello è l’interesse, ma la politica che fa? E le forze dell’ordine? E i vigili, buoni solo a fare le multe per mantenere il Comune, compreso poltrone, clienti e sfaccendati vari. Ma cambierà tutto questo andazzo, caro lei! E l’Italia la ridaremo agli italiani onesti, quelli che la politica non l’hanno mai fatta, anzi che non gli garba nemmeno, gli fa schifo che tanto è tutto un intrallazzo, una magna magna.
Ma, scusi, sarebbe come dire facciamo fare il professore d’italiano a uno che sbaglia la consecutio temporum perché non sa o gli sta sulle palle il congiuntivo. E spero che chi mi opera di prostata, non importa che sia un barone della sanità, ma qualche altra prostata l’abbia vista, la sala operatoria la conosca, non le pare?
Che c’entra, non facciamo tanto i saccenti, quella è una professione e la politica no; meno la fanno i politici e meglio è per tutti gli italiani.
A proposito, quando è che uno è italiano, secondi lei, scusi?
Che domanda del cavolo, quando il suo babbo e la sua mamma sono italiani e i suoi nonni sono italiani e i nonni dei suoi nonni. Come i Pontaderesi, con la “a”, sono i veri cittadini di Pontedera, quelli storici e invece i Pontederesi, con la “e”, sono tutti, anche i forestieri, quelli piovuti. È un fatto di sangue, infatti si chiama ius sanguinis, come in Germania, mica come in America che chiunque ci nasce è americano. Ameri’ano di Lucca!
E quello è lo ius soli. Ma essere italiano, più che un fatto di sangue, che poi il sangue è uguale, come lo espone lei è un fatto di “razza”, peraltro inesistente. Ma secondo lei è giusto che i bambini di genitori venuti da altri paesi, nati in Italia non siano italiani, ma lo diventino a 18 anni e solo su richiesta? Lo vede che, anche senza saperlo, ma forse sì, assimilate e riproducete un concetto razzista.
Razzista sarà lei! Lei provoca, vuole buttarla in politica e, se insiste, la querelo. Non siamo noi che siamo razzisti, sono loro che sono negri. È una battuta.
È vecchia. Il ridicolo uccide e una risata vi seppellirà. Buona domenica e buona fortuna.
Pontedera,16 Giugno 2019
Libero Venturi