Abbaiando si impara, il cane va all’università
di Monica Nocciolini - venerdì 06 ottobre 2017 ore 10:35
Il cane ora si studia all’università. C’è chi li chiama corsi di laurea pazzi. In realtà si tratta di offerte formative che – a seguito della riforma Gelmini – si allineano con l’evoluzione del mercato del lavoro e le nuove professionalità richieste. Così, in vari atenei d’Italia ci si può laureare anche in… cane! Ebbene sì: a voler fare della propria passione per i quattro zampe una professione, al di là delle discipline strettamente medico-veterinarie o etologiche si moltiplicano i corsi di studio destinati a formare dall’allevatore al dog sitter all’operatore di pet therapy. Qualche esempio? Eccolo!
All’ateneo di Bari, è in esaurimento il corso di laurea di I livello in Scienze dell’allevamento e del benessere del cane e del gatto che si è dipanato alternando discipline a carattere medico, clinico, chirurgico, a elementi di semeiotica e di giurisprudenza di settore. Allevamento e benessere animale è invece il corso di laurea presente tra le offerte didattiche dell’università statale di Milano; inserito nell’ambito della medicina veterinaria, travalica i confini dell’animale domestico per esplorare anche gli ambiti degli animali da reddito tra bovini, equini e quant’altro. Obiettivo del corso è infatti “preparare tecnici in grado di operare in tutti gli aspetti dell’allevamento animale, quali la gestione tecnica, igienica ed economica dell’allevamento degli animali da reddito e da compagnia”.
Nel centro Italia, il dipartimento di scienza veterinarie dell’università di Pisa esplicita l’attenzione al cane con un corso in Tecniche di allevamento animale ed educazione cinofila, in cui tra gli sbocchi professionali previsti figurano “l’educazione comportamentale del cane e gestione di un corretto rapporto intra ed interspecifico, scuole di educazione cinofila“, o anche l’operatività nei “canili: sanitario, rifugio e di associazioni protezionistiche, in qualità di tecnico della gestione igienico sanitaria della struttura e dell’igiene ambientale in collaborazione con il medico veterinario nell’ambito delle proprie competenze”, la formulazione di “progetti scolastici educativi per migliorare la relazione con il cane” e così via, oltre al fatto che il diploma di laurea “potrà costituire titolo per l’abilitazione alla gestione di centri di educazione cinofila”.
Tornando al sud, a Palermo ci si specializza: prende il via da questo anno accademico il corso di perfezionamento in Interventi Assistiti con Animali, la pet therapy insomma, che ha anche una sua pagina Facebook e che è inserito non nel ramo veterinario, bensì in quello delle scienze della formazione. Exploit da quest’anno per l’università di Teramo: uno dei laureandi in Tutela e benessere animale, il 24enne Gabriele Antonelli, ha ottenuto gli allori con un elaborato sull’utilità della pet therapy in ambito universitario e, specificamente, sui benefici apportati agli studenti dalla presenza del cane durante gli esami per alleviare lo stress. Il finale? Lode, bacio accademico, stretta di zampa e cani in classe per tutti da quest’anno nell’ambito del piano di welfare studentesco.
Monica Nocciolini