Quello che i cani non dicono
di Monica Nocciolini - venerdì 20 ottobre 2017 ore 13:37
Noi li baciamo sul nasone. Loro ci portano orgogliosi come Magi a quattro zampe le lucertole dal terrazzo. Noi li profumiamo con salviettine millearomi. Loro si ruzzolano nelle peggio cose poi arrivano con l’ambizione di impuzzolirci tutti. Quante sono le occasioni in cui col nostro cane non ci capiamo? Parecchie. Questione di specie tra cui il linguaggio comune resta l’affetto che tutto comprende e tutto sopporta. Già ma mentre noi sopportiamo che il cane ci si pani nella mota fino a diventare un sudicissimo involtino, lui di noi cosa sopporta?
Cosa c’è all’indice del libro intitolato Quello che i cani non dicono? Parecchie cose. Alcune insospettabili per l’umano col perenne tic di una presunta superiorità di specie. Per esempio, tornando al bacio sul nasone ecco: i cani non capiscono i baci. Tra loro non usa. O meglio: in segno di affetto, riconoscenza, sottomissione (ma anche come mezzo di esplorazione del mondo) loro si leccano tra loro e leccano anche noi. Ma il cosiddetto bacio a stampo, come si suol dire, loro non sanno cosa sia. E’ una pratica a cui accettano di assoggettarsi. Solo col tempo ne comprendono la portata emotiva da parte nostra. E lì si innesca la comunicazione.
Ecco invece l’abbraccio – per i primati inequivocabile segno d’affetto – per il cane è proprio un approccio sgradevole: troppo costrittivo, per lui a cui l’istinto detta di lasciarsi sempre una via di fuga. L’abbraccio gliela nega, dunque meno si sente ‘tenuto fermo bloccato’ e meglio sta. E poi per il cane abbracciare fa un po’ cafone, diciamolo proprio: tra cani le zampe in groppa si mettono per prepotenza, per esercitare controllo e dominanza. Proprio come fissare negli occhi o – sorpresa! – accarezzare sulla testa. Mica a tutti e mica sempre a uno va a genio di assoggettarsi. Col suo umano imparerà a non temere il momento, forse, non è detto, ma in generale preferirà stare vicini-vicini piuttosto che stretti-stretti, senza una ciambella di braccia al collo e preservando quell’angolino di allerta tutta animale del ‘non si sa mai nella vita’.
Stanley Coren, professore specializzato in comportamento canino alla University of British Columbia, lo dice chiaro: l'abbraccio fa sentire il cane stressato e ansioso. E un cane stressato e ansioso tende a reagire. Potrebbe mordere, anche solo per dire “guarda anche no”. Il cosiddetto morso di avvertimento. Poi lui ci mette i denti, noi un tessuto cutaneo che rispetto a quello canino è carta velina e il cane killer è fatto. Accade questo, a volte, tra cani e bambini? Anche. Tanto amore tanto amore, ma linguaggi e gestualità differenti. Il cane, però, emette dei segnali prima dell’esito relazionale più indesiderato, cioè il morso: volta la testa dalla parte opposta, chiude gli occhi… a suo modo lo dice, insomma.
Ancora: ai cani non piace essere sollevati da terra. Se vengono loro in braccio sul divano ok, è il momento delle coccole. Ma i cani sollevati da un umano che vuol camminare spedito, dal proprietario che ha paura si faccia male con gli altri quattro zampe, interrotto mentre annusa un bisognino altrui o – inaudito! – le terga della cagnolina dei suoi sogni proibiti ecco: soffrono parecchio. Lo detestano, proprio. E se ci si pensa beh: tirandoli su a tradimento li priviamo della loro autonomia e capacità di scelta. Noi siamo più grossi, ma non vale.
Monica Nocciolini