L'armadietto dei farmaci? Si condivide col pet
di Monica Nocciolini - mercoledì 12 maggio 2021 ore 07:30
Ok ci ha già usurpati del controllo del divano, per il letto ci sta lavorando e la prossima tappa sarà il telecomando. Ora però intanto per il cane è il momento di intrufolarsi nel nostro armadietto dei farmaci, che d’ora in poi dovremo – e potremo, perché l’opportunità è risparmiosa – condividere con lui.
La novità è contenuta nel decreto firmato dal ministro per la salute Roberto Speranza il 14 aprile scorso e che, in ossequio al comma 478 dell’ultima legge di bilancio, dispone il cosiddetto uso in deroga dei farmaci a uso umano. Che vuol dire? Che a parità di principio attivo i veterinari possono prescrivere agli animali domestici, tutti, non solo i cani, farmaci a uso umano. Resta, per l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) la possibilità di sospendere l’utilizzo di un medicinale umano in veterinaria qualora si prospettino situazioni di carenza.
Le associazioni animaliste spingevano in questa direzione già dal 2006, e ora Enpa saluta la firma del decreto come una vittoria della battaglia per un più diffuso accesso alla salute e al benessere per gli animali domestici. Lav va oltre e azzarda un calcolo dell’impatto che il provvedimento avrà sui bilanci familiari. “Se il cane o il gatto avranno la gastrite si potranno risparmiare 20 euro per ogni confezione, mentre per una patologia cronica come la cardiopatia si potranno risparmiare 334 euro all’anno (per un cane di 20 chili) e ben 524 euro se ha bisogno anche del diuretico. E se il suo problema è la dermatite atopica, si potranno risparmiare ben 432,44 euro per un ciclo di terapia”.
Riflessi positivi, poi, anche per le casse degli enti locali. Si abbattono infatti significativamente i costi farmacologici per canili e rifugi. “Un’amministrazione, locale per i propri quattrozampe in canile, su una spesa annua di farmaci oggi di 15mila euro ne risparmierà fino a 11.250”, conta ancora Lav. E dunque chiudiamo il borsellino e apriamo gli stipetti della farmacia di casa. Il futuro della farmacopea è qui, e già scodinzola.
Monica Nocciolini