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martedì 19 marzo 2024

PAROLE MILONGUERE — il Blog di Maria Caruso

Maria Caruso

MARIA CARUSO - “Una vita da vivere” è il primo libro che ha scritto dopo aver visto il primo cielo a San Felipe in Venezuela ed aver fatto il primo ocho atràs a Pisa. E' in Italia dal 1977 e per tre anni ha abitato in Sicilia. Le piace raccontarsi e raccontare con le parole che le passano per la testa ballando un tango in milonga. Su Facebook è Marina de Caro

App per tangheri

di Maria Caruso - mercoledì 18 gennaio 2017 ore 08:00

Chi decide di andare a scuola per imparare a ballare il tango lo fa quasi sempre perché glielo ha suggerito un amico oppure, se in coppia, perché uno dei due spinge in tal senso. 

Non si conosce nessuno di quell’ambiente o quasi, almeno all’inizio. I primi a entrare in relazione con i “neo” tangueri sono i “compagni di scuola” con i quali andare a ballare per imparare a volare. Più si frequentano le milongas della zona e più si riconoscono i volti noti, facendo spesso anche amicizia con loro. Ciò accade anche andando in posti più lontani proporzionalmente al numero di anni di ballo. 

Rispetto al passato oggi, abbiamo anche amicizie virtuali tanguere. Con la nascita dei social e in particolare di Facebook, milioni di tangueri si sono ritrovati in questo mondo virtuale: amici della tua scuola, organizzatori amici e nemici di eventi, maestri di ballo, scuole, oltre a una miriade di nuove conoscenze amicizie virtuali. Persone del tutto estranee tra di loro che si conoscono attraverso questo meccanismo che istiga il nostro popolo a cercare sempre nuovi tangueri. 

In fondo è semplice poiché dando una sbirciatina al profilo, puoi capire se quella persona appartiene al mondo dei ballerini di tango e ok, il dado è tratto “invia richiesta di amicizia” “accettata” apposto siamo amici. L’amicizia però deve avere dei requisiti per potersi consolidare e difatti dovrebbe poter permettere lo scambio di emozioni, di sensazioni, di pareri, insomma poter avere qualcuno con cui condividere gli stati d’animo. 

Lo schermo del PC può diventare una barriera poiché non consente fisicamente di vedere gli occhi del nostro interlocutore e non consente di sentirne la sua presenza, concetto questo in contraddizione con l’idea dell’amicizia stessa. Detto questo, non è detto che un’amicizia virtuale tanguera non possa sfociare in un’amicizia reale. Il problema nasce nel riconoscere l’amicizia tanguera virtuale nelle milongas che frequentiamo. 

Capita di ballare con un qualcuno e di non visualizzarlo come amico di Facebook e di rammaricarci, in un secondo momento, quando focalizziamo la persona sul PC di non averlo riconosciuto. L’idea è quella di creare una App da installare sui dispositivi cellulari magari denominata Trova Tangueri in modo da consentire l’individuazione e l’identificazione della loro presenza nella sala. Una volta installata l’App sul telefono, Trova Tangueri, la nostra vita sociale e quindi la possibilità di essere invitati/e diventerà più facile poiché in questo modo saremo in grado di individuare i nostri amici di Facebook. Basterà dare una occhiata e vedere la mappa sul Trova Tangueri app e ogni amico di Facebook apparirà con un’icona individuale con tanto di foto del profilo. 

Immaginatevi la scena. Entri in una milonga nella quale non sei mai stato, ti accomodi, ti cambi le scarpe, dai un’occhiata e ahimè, non riconosci nessun volto. Nessun problema. Prendi il cellulare, vai sulla App e come per magia cominciano ad apparire sul display volti di persone che sono sedute o stanno ballando in quel momento che sono tuoi amici di Facebook. Cominci allora a mettere in pratica, se interessati a qualcuno in particolare, una delle strategie già decantate in altri miei racconti: “Ciao, ma noi ci consociamo…!”. “Siamo amici su Facebook..!!”, senza necessariamente dichiarare di aver consultato la App. 

Quasi certamente, se non abbiamo incappato in un cafone/a, strappiamo una tanda alla noia. Altrimenti se non siamo soddisfatti di come ci risponde possiamo togliere l’amicizia con un semplice “rimuovi dagli amici”. Sarebbe auspicabile anche prevedere aggiornamenti in tempo reale delle mappe in modo da poter imparare rapidamente dove ogni tanguero/a si trova ed anche, dove sta andando. Se magari v’interessa da qualche altro punto di vista potete decidere, dove andare a ballare per quella sera poiché sapete già che li troverete la persona che v’interessa. 

Qualcuno potrebbe obiettare di non voler essere importunato e che questo sistema limiterebbe la libertà individuale e violerebbe la privacy dei tangueri. Ricordo che la scelta di scaricare l’applicazione sarebbe del tutto personale e quando lo si fa, si acconsente automaticamente a quanto previsto dal sistema, quindi, chi non se la sente, può benissimo rifiutare di farne parte. 

Sicuramente in questo modo si perderebbe l’effetto sorpresa quale evento improvviso (incontro tanguero) che ribalterebbe la situazione in modo inaspettato, quale il riconoscere spontaneamente qualcuno di virtuale, come accade nei film horror o nei gialli. Non tutti amano le sorprese e non tutte le storie hanno un lieto fine come questa:

“Patrizia e Carlo si ritrovano per la prima volta una sera a ballare una tanda in una milonga. L’invito avviene secondo i codici milongueri con mirada e cabeceo. Provenivano da regioni diverse, ma il desiderio di ballare insieme fu rivelato dagli occhi nel momento in cui si guardarono intensamente, perdendosi l’uno nell’altro. Patrizia era una piccola rosa in mezzo a grandi tangueri, provenienti da tutto il mondo e Carlo colse quel fiore invitandola a ballare. Nessun rumore, oltre a quello della musica e al ritmo dei loro cuori, disturbò quel momento carico di magia e l’uomo fu molto bravo a districarsi nella confusione per non far sfumare quel momento. Il giorno dopo scoprirono di essere amici su Facebook rendendosi entrambi conto che non sempre il virtuale e il reale si riconoscono”. 

Se si fossero riconosciuti, il finale di questa storia sarebbe stata diverso?. Mah non saprei… Unico accorgimento: Attenzione a non confondere questa aupicabile App con quella già esistente chiamata “Chat Rooms for Tango” che niente ha a che vedere con il tango…

Maria Caruso

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