(In)sicurezza stradale
di Nicola Belcari - domenica 04 agosto 2024 ore 08:00
I nostri vecchi dicevano che quella degli incidenti stradali è una guerra: avevano ragione. Una guerra con morti, feriti e danni materiali. Le cose non sono migliorate. Sofferenze e costi sociali sono enormi. C’è una famiglia che non lamenti un incidente? Molti di noi ne contano più di uno. Sembra che non ci si possa far niente e che nessuno se ne preoccupi sul serio, come se si trattasse di uno scotto da pagare al progresso. Servirebbe, invece, la “fantasia” di escogitare misure nuove ed efficaci per ridurre i numeri del fenomeno.
La multa per eccesso di velocità è per chi va piano. Chi va piano non fa caso agli autovelox mentre chi corre sulle strade come fossero piste di un autodromo, inchioda un metro prima del controllo. I limiti eccessivamente bassi sono causa di equivoci e servono solo per mettere fuorilegge tutti indistintamente, lenti e veloci, prudenti e sconsiderati.
Disporre una “macchinetta” imponendo il limite di 30 km orari in strade poco urbanizzate non serve a educare l’automobilista ma solo a incassare soldi. Andando a quella velocità si è sorpassati dai ciclisti (la bicicletta in quanto veicolo andrebbe sanzionato?) e da un centometrista in allenamento. Anziché controllare la strada e ammirare il paesaggio, si finisce con l’ossessione di guardare la lancetta della velocità.
Il semaforo giallo che dura 2 o 3 secondi provoca tamponamenti, incertezze innocenti, multe severe: al punto che si preferisce sia già rosso. Chi decide le applicazioni locali? Sono seguaci del comportamentismo? Si può considerare la multa un rinforzo negativo? Come uno scapaccione o un calcio nel sedere? Come l’animale bastonato impara la risposta allo stimolo? Si sparge frustrazione e collera, perniciose per la salute.
Colpisce l’approccio ideologico rispetto a un problema tecnico e pratico (provvedimenti che privilegiano le categorie di contravventori da colpire). Continua a mancare lo studio e l’applicazione di regole efficaci e di buon senso in grado di diminuire in modo netto il fenomeno.
Quando si è puniti senza che il nostro comportamento minacci l’altrui incolumità e invece non si applica una minima multa e decurtazione punti-patente per chi provoca incidenti, allora si coltiva il piacere di trasgredire le regole. Le regole invece vanno rispettate, ma quando con alcune si rischia di penalizzare la correttezza e lasciare impunita l’imprudenza e chi le viola, allora, andrebbero modificate. In attesa: "chi va piano va sano e va lontano".
Nicola Belcari